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Superbonus, verso il voto degli emendamenti: salta la detrazione in 10 anni per i redditi bassi

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In attesa del voto degli emendamenti del dl Superbonus, il Governo ha fatto saltare la detrazione in 10 anni per i redditi bassi.

Si va verso il voto degli emendamenti al decreto Superbonus: mentre il testo è atteso in Commissione Finanze alla Camera, è emerso che la detrazione in 10 anni per i privati con redditi bassi è stata stralciata dall’esecutivo. Quali sono le altre novità previste?

Superbonus, verso il voto degli emendamenti: salta la detrazione in 10 anni i redditi bassi

Privati fuori dallo “spalmacrediti”. È quanto prevede il pacchetto di emendamenti al decreto Superbonus: verrà meno, quindi, la possibilità di estendere da 4 a 10 anni il periodo per consentire ai privati di recuperare le spese legate all’iniziativa. L’ipotesi dell’estensione aveva come principale obiettivo la tutela delle famiglie a reddito più basso. Ora, però, pare che il Governo Meloni abbia intenzione di garantire flessibilità solo a banche e imprese che hanno acquistato crediti.

Gli emendamenti al decreto Superbonus arriveranno in Commissione Finanze della Camera per le ultime modifiche nella giornata di lunedì 27 marzo.

Un’altra novità prevista dagli emendamenti riguarda il ripristino dello sconto in fattura e della cessione del credito per le onlus, il terzo settore e gli istituti per le case popolari (Iacp). Le nuove regole, tuttavia, riguarderanno esclusivamente i soggetti “già costituiti alla data di entrata in vigore” del decreto.

La rabbia delle opposizioni

Il pacchetto di emendamenti che completerà il decreto Superbonus ha suscitato l’indignazione delle opposizioni, già critiche nei confronti dell’esecutivo dopo l’approvazione del disegno di legge. “Stralciata dal Dl Superbonus la misura per l’assorbimento delle detrazioni a chi ha poca capienza Irpef, cioè ai redditi più bassi: con una scelta odiosa il governo Meloni conferma di avere a cuore il benessere dei ricchi e delle banche. Siamo profondamente contrari ai programmi antipopolari e antiecologici di questo governo”, ha tuonato ad esempio Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera dei deputati.

In merito a quanto previsto dagli emendamenti, il ripristino dello sconto in fattura per terzo settore e case popolari e lo stralcio della misura per i redditi più bassi non sono le uniche novità previste in materie di Superbonus. Un’altra questione importante, secondo quanto sottolineato da Il Sole 24 Ore, riguarda le scadenze. Entro il prossimo 31 marzo, infatti, c’è l’obbligo di comunicare all’Agenzia delle Entrate le opzioni per cedere i crediti relativi a spese di ristrutturazione datate 2022. Chi non rispetta il termine rischia di perdere la possibilità di cedere la rata del credito da utilizzare entro la fine del 2023. Dato che gli acquirenti scarseggiano, però, il Governo sta valutando l’ipotesi di presentare la documentazione obbligatoria entro il 30 novembre, pagando una multa di 250 euro.

La proroga non riguarderebbe tutte le cessioni ma esclusivamente quelle fatte a favore di banche, intermediari finanziari o assicurativi. Ancora una volta, quindi, i privati saranno esclusi.