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Susanna Tamaro: "Io prigioniera della sindrome di Asperger"

Susanna Tamaro: "Io prigioniera della sindrome di Asperger"

Susanna Tamaro ha la sindrome di Asperger. La scrittrice racconta la lunga convivenza con la malattia, manifestatasi già da bambina.

“Soffro della sindrome di Asperger“. Susanna Tamaro racconta il peso di una malattia che l’accompagna da sempre. La scrittrice ammette con sofferta fatica cosa significhi convivere con un malessere fin da bambina. Un tempo in cui la sindrome di Asperger non era ancora stata individuata in modo specifico. “La mia testa non è molto diversa da una vecchia motocicletta. In certi momenti la manopola del gas va al massimo, in altri le candele sono sporche e il motore si ingolfa“.

Il malessere fin da bambina

I suoi erano solo capricci. Gli adulti, compresi i genitori non hanno mai capito fino in fondo la natura del malessere della piccola Susanna: “I miei capricci erano capricci metafisici, privi di oggetto. Mi buttavo a peso morto per la strada e mia madre era costretta a trascinarmi per un braccio. Diventavo rossa, viola, le vene della fronte gonfie, pronte a esplodere. Gridavo con quanto fiato avevo in corpo, mi divincolavo come un’indemoniata in preda a una rabbia fuori controllo. A queste crisi seguivano lunghi periodi di quiete atarassica. Il tempo necessario per apparecchiare nuovamente la tavola”.

La psicanalisi

Raggiunti i 30 anni, Susanna Tamaro si è fatta visitare da uno psicanalista. Nonostante le proprie competenze professionali, però, l’uomo non è riuscito a individuare alcuna anomalia nella sua paziente, asserendo che la donna non soffrisse di nulla. Susanna non si è data per vinta: al Corriere della Sera, la scrittrice racconta di essersi rivolta a diversi neurologi nel corso degli anni, per dare una risposta alle proprie domande. “Facevo domande a cui nessuno riusciva a rispondere. Perché i rumori mi fanno impazzire? Perché le facce mi fanno paura? Perché gli imprevisti mi terrorizzano? Perché ho sempre paura di sbagliare comportamento? Perché non capisco quello che gli altri vogliono da me? Perché da sempre mi sento come un insetto prigioniero di un tubo di vetro? Perché il tempo per me scorre in modo diverso dalle altre persone?”.

La sindrome di Asperger

La sindrome di Asperger prende il nome dal medico austriaco Hans Asperger. Nell’ambiente medico scientifico essa è considerata come una forma di autismo “ad alto funzionamento”. Gioco di parole che sta a indicare come tale disturbo non isola quanto l’autismo nella sua forma più classica. Come riportato su Autismo Oggi, rivista specializzata sugli approfondimenti in materia di disturbi del neurosviluppo, la sindrome di Asperger, inoltre, non comporta in genere significativi ritardi nello sviluppo del linguaggio o dello sviluppo cognitivo. Inoltre, chi ne soffre, spesso adotta comportamenti ripetitivi e stereotipati, sviluppando attività e interessi molto ristretti, talvolta con un talento straordinario. La difficoltà a sviluppare e mostrare empatia è probabilmente l’aspetto più caratteristico della sindrome.