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92enne sale sul bus con 4 minuti di anticipo, multata

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Una donna di 92 anni è stata multata in Svizzera perché è salita sull'autobus 4 minuti prima dell'orario riportato sul suo abbonamento.

Fa sorridere il caso di una signora di 92 anni che in Svizzera è stata multata perché è salita su un autobus con quattro minuti d’anticipo. Sul suo abbonamento infatti c’era scritto che poteva viaggiare sui mezzi pubblici a partire dalle ore 9 della mattina. L’anziana invece è stata pizzicata da un controllore mentre era a bordo alle ore 8:56, e quindi è scattata la sanzione da cento franchi.

La proverbiale puntualità svizzera

Puntuale come un orologio svizzero. Il detto non è campato in aria, visto che in Svizzera ci tengono davvero alla precisione, che in questo caso viene fatta rispettare al minuto. Le cronache locali raccontano infatti di un caso che ha per protagonista una signora di 92 anni. La donna, nonostante l’età, è solita girare in città, anche con i mezzi pubblici. Per questo motivo ha un abbonamento che le permette di viaggiare dalle ore 9 in poi.

Per qualche motivo, l’anziana il 7 agosto 2018 è uscita di buonora per fare una passeggiata e forse qualche compera. Come quasi ogni giorno, quindi, sale un autobus a Winterthur, Zurigo, ma a bordo trova un controllore. La signora esibisce il suo abbonamento, e rimane di stucco quando riceve in cambio una multa da ben 100 franchi svizzeri. Il controllore infatti una volta davanti alla signora ha controllato l’ora e si è accordo che la 92enne era salita sull’autobus alle 8:56, quindi quattro minuti prima dell’orario indicato sull’abbonamento.

In Svizzera le regole sono regole, e quindi è scattata la sanzione. “La norma è corretta, ma mi sono parecchio arrabbiata: mi sarei aspettata che mi venissero incontro” ammette l’anziana alla stampa locale. Un portavoce della compagnia di trasporti svizzera ha ammesso che in effetti, a seconda dei casi, un controllore può chiudere un occhio ma è a sua totale discrezione. Questo perché senza regole chiare potrebbero innescarsi discussioni infinite che impedirebbero i normali controlli. Sui social la notizia ha diviso gli utenti, con chi ha invocato maggiore flessibilità e chi ha sottolineato come la severità in certi contesti equivalga alla giustizia.

Il caso giapponese

Non è la prima volta che le cronache (soprattutto italiane) si interessano a casi emblematici sulla puntualità. Nel novembre 2017 aveva infatti suscitato curiosità la notizia di un signore giapponese che aveva ricevuto scuse formali dalla compagnia ferroviaria locale perché un loro treno era partito non in ritardo ma in anticipo di venti secondi. A partire prima un convoglio che collegava le città di Tsukuba e Tokyo.

A far indignare così tanto i giapponesi il fatto che anticipare la partenza di un treno, così come ritardarla, gli causerebbe gravi disagi nelle coincidenze che nel Paese del Sol Levante sono estremamente precise. Ed infatti, anche nel maggio scorso un altro passeggero si è lamentato del fatto che un treno è partito dalla stazione di Notogawa, 400 km a ovest di Tokyo, invece che alle 7:12 alle ore 7:11 e 35 secondi. Venticinque secondi d’anticipo che non sono passati inosservati, e ancora una volta il responsabile della compagnia ferroviaria ha dovuto inchinare il capo in segno di scuse per “l’immenso disagio causato ai clienti”.