Giampiero Casoni Dopo innumerevoli tentativi andati a vuoto e una vera persecuzione arriva la svolta storica di Singapore che abolisce il reato di omosessualità. La legge in vigore era un retaggio coloniale e il premier Lee Hsien Loong ne annuncia l’abrogazione. Il primo ministro di una delle mete asiatiche più belle ma gravata da quel “peccato etico” vecchio ormai più di un secolo ha voluto spiegare una cosa.
Singapore abolisce il reato di omosessualità
Che cioè la legge di epoca coloniale che criminalizza le relazioni omosessuali sarà si abrogata, ma che il governo continuerà a “sostenere il matrimonio tra uomo e donna. Il governo abrogherà la legge e depenalizzerà il sesso tra uomini. Credo che questa sia la cosa giusta da fare e che la maggior parte dei singaporiani sarà d’accordo”. La legge sul sesso gay come crimine è la famigerata 377A.
Un retaggio del Reno Unito
Ma perché è un retaggio coloniale? C’entra il Regno Unito che, quando aveva Singapore fra i “dominions”, vi applicò il suo sistema normativo che, fino alla metà del ‘900, pochi anni prima dei Beatles per capirci, prevedeva che essere gay fosse un crimine. A fare le spese di quella legge, finendo arrestato, fu anche lo scienziato Alan Touring, l’uomo che inventò la macchina per decrittare i codici di guerra di Enigma, il calcolatore dei nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.
