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Tamara Pisnoli, parla l’imprenditore picchiato: “Testa squarciata con un coltello”

Tamara Pisnoli

Tamara Pisnoli, parla l’imprenditore picchiato: “Testa squarciata con un coltello, mi sono salvato perché ho finto la morte"

Caso Tamara Pisnoli, parla l’imprenditore picchiato: “Ho avuto la testa squarciata con un coltello”. Il racconto di Antonello Ieffi che nel 2014 denunciò l’ex moglie del calciatore Daniele De Rossi e mise in moto il processo nel quale la donna è stata condannata in primo grado a sette anni e sette mesi per tentata estorsione e rapina aggravata. “Camilletti ha aperto un coltello a serramanico e mi ha fatto uno squarcio in testa. Perdevo sangue a cascata, urlavo e chiedevo perché mi stessero facendo questo. Tamara era lì e alla fine ha chiesto di farmi ripulire il sangue perché le avevo sporcato il terrazzo”. Ieffi denunciò che la Pisnoli lo aveva fatto massacrare di botte per estorcergli 200mila euro.

Pisnoli, parla l’imprenditore picchiato

E con l’ex signora De Rossi sono stati condannati anche Francesco Milano e Francesco Camilletti come esecutori materiali del pestaggio. Ha detto Ieffi a Fanpage: “Il 7 luglio me lo ricordo benissimo, mi ha chiamato Francesco Milano convincendomi ad andare a un incontro all’Eur, che si sarebbe dovuto tenere in un bar. Lì però lui non c’era e ho trovato persone che mi hanno accompagnato in una casa. In terrazza c’erano tutti e tre, che mi guardavano minacciosi. Tamara è stata lì tutto il tempo del pestaggio. Mi hanno preso a calci e pugni in testa, e fatto uno squarcio con un coltello. Continuavano a dire ‘Hai visto Tamara cosa gli abbiamo fatto'”.

Affare mancato, estorsione e pestaggio

Il racconto parte dalla conoscenza della Pisnoli tramite Manuel Milano, ex fidanzato. “Le aveva parlato del mio progetto, dicendole che il fotovoltaico poteva essere un affare interessante. Lei ha fatto un investimento, ma non siamo mai arrivati al contratto. Per un mese né lei né Manuel Milano si sono più fatti sentire, e poi ho scoperto che si erano lasciati”. Ma la donna rivuole i soldi “più 80mila euro che le sarebbero dovuti essere consegnati in 48 ore passate le quali erano diventati 150mila. Poi l’agguato: “Hanno detto che mi avrebbero portato a prelevare 200mila euro e poi mi avrebbero ammazzato. In macchina ho fatto finta di essere morto, si sono spaventati e mi hanno lasciato per strada. È stata la mia salvezza”.