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Tananai confessa: "Ero un ragazzino obeso, mi chiamavano ciccione"

Tananai ragazzino obeso

Tananai confessa che era "un ragazzino obeso": lo chiamavano "ciccione", ma lui non si è lasciato abbattere.

Una confessione inedita, quella che Tananai ha fatto nelle ultime ore. Il cantante ha ammesso che era un “ragazzino obeso” e che a scuola lo chiamavano “ciccione”. Quando e come è arrivato il cambiamento?

Tananai era un ragazzino obeso: il racconto

L’adolescenza è un periodo complicato, lo sa bene Tananai che, per sua stessa ammissione, era un “ragazzino obeso“. Intervistato dal Corriere della Sera, il cantante ha deciso di raccontarsi in modo diverso, facendo una specie di presentazione. Ha dichiarato: 

“Sono nato a Milano l’8 maggio 1995 e sono cresciuto a Cologno Monzese. Fino a che non ho avuto il motorino, la metropoli sembrava distante. Vita di periferia tranquilla, senza problemi. Al massimo qualche ‘ciccione’ e qualche spintone quando ero un ragazzino obeso”. 

Tanani vittima dei bulli?

Tanani è stato un ragazzino in carne, ma ci ha tenuto a sottolineare che non è stato vittima dei bulli. Ha dichiarato: 

“Non direi bullismo, nulla rispetto ai tweet di Sanremo. Alle medie ero 1 metro e 50 per 82 chili. Adesso 1 e 82 per 76. Ho anche saltato qualche mese di scuola per non farmi vedere: ero pure in carrozzina per un problema a un ginocchio. Ho iniziato a mangiare bene, gli ormoni mi hanno fatto crescere e in terza, quando ho iniziato a piacere alle ragazzine, pensavo mi prendessero in giro”. 

Ad un certo punto, l’artista ha iniziato a mangiare bene e il suo corpo è cambiato, diventando quello che conosciamo oggi. 

L’ultimo posto a Sanremo 2022

Come ha reagito davanti all’ultimo posto al Festival di Sanremo 2022? In un primo momento ci è rimasto male, poi ha fatto i salti di gioia. Ha raccontato: 

“L’ultimo posto? Mi sono inca***to. Non per le critiche, ma con me stesso. Pensavo di aver bruciato un’occasione. Dopo la prima serata ero felice che fosse uscita la voce. All’università mi veniva la lingua felpata a parlare in pubblico… Invece quella notte mi sono svegliato, ho preso il cellulare e ho visto il diluvio di critiche. Ho pensato ‘all’Italia non piaci’. Il giorno dopo il ritorno a casa: mi chiama il mio manager e mi dice che tutti mi vogliono. Se lo rifarei? Quello che ho fatto sì. Un altro dipende dalla canzone. Non ci puoi andare solo per ma manie di protagonismo, altrimenti è come con la droga, a un certo punto finisce”.