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Nuova tassa sui voli: da gennaio viaggiare in aereo costerà fino a 4 euro in più

tassa sui voli

Approvata la manovra riguardo la nuova tassa sui voli. Da gennaio, infatti, viaggiare in aereo costerà fino a 4 euro in più.

È stata approvata la nuova manovra finanziaria riguardo la tassa sui voli. Si tratta di un aumento che può variare da un minimo di 2 euro, fino ad un massimo di 4 euro. Questo è quanto prevedono i tre emendamenti alla legge di Bilancio. La proposta è quella di introdurre, a partire dal 1° gennaio 2018, un’addizionale sui diritti di imbarco dei passeggeri di aerei in partenza dagli scali situati all’interno del territorio delle città metropolitane.

Nuova tassa sui voli

Gli emendamenti 1.0.4, 11.0.33 e 19.0.26 presentati al decreto legge collegato alla manovra di bilancio ci pongono di fronte all’ennesimo tentativo di imporre sul trasporto aereo, settore che genera un contributo diretto al Pil nazionale del 3,6%, un ulteriore tributo che ricadrà direttamente sui passeggeri aerei degli aeroporti delle città metropolitane, rafforzando lo squilibrio competitivo a favore del trasporto ferroviario non soggetto a tale prelievo.

Una ulteriore tassa che potrebbe aumentare il costo del biglietto fino a 4 euro a passeggero per un viaggio di andata e ritorno e che si aggiungerebbe a quelle già esistenti, aventi finalità spesso del tutto estranee al trasporto aereo. L’intera filiera del trasporto aereo chiede quindi al Governo di non approvare gli emendamenti proposti per non incrementare ulteriormente le tasse in un settore importantissimo per lo sviluppo del Paese e che, ogni giorno, deve potersi confrontare in modo competitivo con l’economia globale.

Questa manovra è stata possibile grazie a Destinazione Italia, una legge approvata circa due anni fa, che impone un aumento dell’addizionale comunale sulla tassa sui diritti d’imbarco dei passeggeri aerei e che entrerà in vigore in contemporanea alla legge di Stabilità. L’aumento di questa tassa indiretta sui voli, tassa che esiste già da 10 anni, andrà a finanziare per tre anni il Fondo speciale che garantisce ammortizzatori sociali aggiuntivi ai lavoratori del trasposrto aereo.

Critico il commento di Assaeroporti, che in un comunicato ufficiale ha dichiarato il suo dissenso: “L’addizionale sui diritti d’imbarco dei passeggeri aerei, pari a 2,5 euro per passeggero, pur costituendo un atto dovuto ai sensi della Legge Destinazione Italia, rischia di deprimere ulteriormente lo sviluppo del turismo.

Secondo l’associazione, che cita le analisi effettuate dall’International Air Transport Association, l’aumento delle tasse sui biglietti aerei avrà conseguenze negative sui volumi di passeggeri e di movimenti aerei.

Tutto sulle tasse aeree

Oggi con il prezzo del carburante che batte ogni record e con le norme di sicurezza sempre più esigenti, le tasse aeroportuali rappresentano più del 40% del prezzo del biglietto, una cifra da tenere in conto durante l’acquisto! Su alcuni voli, le tasse e costi aggiuntivi possono finanche raddoppiare il prezzo del volo.

La prima tassa, la più conseguente, è costituita dall’imposta sul carburante e sulla sicurezza. Per fronteggiare la crescita continua del prezzo del petrolio, e quindi del cherosene, le compagnie aeree applicano delle tasse carburante sul prezzo del biglietto areo. L’ammontare di tale importo aggiuntivo è libero. L’imposta si avvicina ai 70 euro per i voli di lungo raggio, e raggiunge più o meno i 20 euro per i voli di medio raggio. Queste sono applicate progressivamente, al ritmo della crescita del costo del petrolio.

La seconda maggiore tassa è costituita dalla tassa passeggero. Quest’ultima dipende dall’aeroporto e non più dalle compagnie aeree. È percepita dalla società di gestione dello scalo e serve ad ammortire le spese aeroportuali, che variano considerevolmente da un aeroporto all’altro.