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Tasse universitarie, in 10 anni aumentate di 500 euro

Tasse universitarie

Secondo il dossier dell'UDU, negli ultimi dieci anni si è registrato un aumento delle tasse universitarie di almeno 500 euro.

Secondo il dossier dell’unione degli universitari, gli ultimi dieci anni hanno visto un aumento delle tasse universitarie pari al 61%. Un dato che l’UDU ha registrato in pieno accordo con i dati del Ministero dell’Istruzione Ricerca e Università. Il Dossier ripercorre le scelte politiche che hanno portato all’aumento delle aliquote universitarie, e le quantifica in cifre che hanno pesato sulle famiglie. La titolatura è significativa, “dieci anni sulle nostre spalle“. Prende in esame il periodo che intercorre tra il 2005/2006 e il 2015/2016. L’anno che maggiormente viene riconosciuto come l’inizio della salita è il 2009, che ha visto i maggiori tagli alle università. Università che a loro volta si sono rifatte sui propri iscritti per recuperare denaro.

Il dato dell’aumento decennale delle tasse universitarie, stride violentemente contro le altre realtà europee, dove allo studente viene garantito l’accesso gratuito (nord Europa) o semi gratuito (Francia e Germania) all’università. Realtà dove queste istituzioni sono finanziate e sostenute dallo stato. Una tendenza, quella dell’inasprimento che non riusciamo a invertire al momento.

Tasse universitarie in aumento

Il dossier spiega come nell’ultimo decennio le tasse siano aumentate, inasprendosi del 61%. Un dato che si è verificato proprio nel momento di maggiore aumento di prezzi (11,5%) e di contrazione dell’inflazione. Miscela esplosiva di fattori che ha fatto in modo che tasse e consumi pendenti su ciascuno studente aumentassero, superando l’inflazione stessa. Aumento che pesa sulle tasche di intere famiglie italiane. Esattamente si parla di un aumento di circa 474 euro a studente e che ha portato le aliquote universitarie da una media di 775 euro a una di 1249 euro a studente. Un aumento prodigioso in un paese come l’Italia dove i consumi sono ancora in decrescita a causa della crisi finanziaria.

Il gettito registrato dalle università statali è passato da 1 miliardo e 219 milioni l’anno a 1 miliardo e 619 milioni. Quindi quasi 400 milioni in più strappati alle famiglie italiane per coprire i mancati finanziamenti statali alle università.

Al Nord si registrano le tasse più onerose con una media di 1501 euro a testa. La statale di Milano ha registrato un aumento delle tasse del 45% in dieci anni, cioè di quasi 445 euro netti. Al Sud però si registra l’aumento più vertiginoso sul periodo decennale. Qui le tasse universitarie sono aumentate del 90%. Il picco più alto si registra a Lecce, con 207%, cioè 633 euro a testa per studente. Segue la Sapienza di Roma, con un indice decennale del 111%, cioè 702 euro a studente. Unica in Italia a calare le proprie tasse è l’Università di Firenze, con un calo decennale del -7,45%. L’unica.

Le Tappe

Il dossier, come accennato, ripercorre le tappe che dall’ultimo governo Berlusconi, con la riforma Gelmini, e poi con il governo Monti, hanno massacrato l’università italiana. Dal 2009-2010 si è registrato un continuo taglio all’istituzione universitaria per oltre un miliardo di euro. Tagli che hanno raggiunto il loro picco nel 2015-2016, anni in cui le tasse studentesche sono diventate la maggiore voce economica usate per sopperire ai tagli statali. Un ulteriore aumento potrebbe far collassare il sistema e costringere molti ad abbandonare per via delle tasse troppo onerose.