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Tatuaggio Isis nella bocca dedicato a fidanzata: uomo licenziato

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A New York, negli Stati Uniti, un ragazzo di origine italiana di nome Kirk Soccorso, è stato licenziato in tronco da una nota catena commerciale dedicata al fai da te dalla quale era stato assunto solo sei mesi prima come impiegato - con il compito di dimostrare il funzionamento degli attrezzi esp...

A New York, negli Stati Uniti, un ragazzo di origine italiana di nome Kirk Soccorso, è stato licenziato in tronco da una nota catena commerciale dedicata al fai da te dalla quale era stato assunto solo sei mesi prima come impiegato – con il compito di dimostrare il funzionamento degli attrezzi esposti -, dopo aver mostrato a due colleghi il tatuaggio che aveva all’interno del labbro inferiore: il nome della fidanzata, che per un malaugurato caso si chiamava Isis come l’acronimo dell’organizzazione terroristica che da due anni sta spaventando il mondo intero e recentemente ha colpito anche gli USA. Senonchè la fidanzata ha questo nome in onore di Iside, la celeberrima divinità egizia della maternità, della fertilità e della magia – la cui personalità era tra l’altro ritenuta simile a quella di Hathor, dea dell’amore e della felicità -.

Kirk, chiarito l’equivoco sul tatuaggio – che ha ormai da sei anni, ben prima che l’autoproclamato califfo Al- Baghdadi annunciasse la nascita dell’organizzazione Isis –, ha cercato di riottenere il posto di lavoro, incassando il sostegno da molti quotidiani locali, ma il suo ex principale non ne ha voluto sapere, poiché il licenziamento sarebbe dovuto ad altri motivi piuttosto che allo strano tatuaggio.

La vicenda è stata riportata da alcuni media nel marzo dello scorso anno e nel frattempo Kirk e Isis si sono lasciati.

Il ragazzo italo-americano non è l’unico ad aver avuto l’idea di farsi tatuare in bocca quel nome in onore della fidanzata e a rimetterci il posto di lavoro: nel marzo scorso è stato licenziato da una nota azienda europea un 27enne milanese, Mario Ferrevi, laureato in Economia. Anche lui era stato assunto poco tempo prima. Il giovane si è giustificato raccontando che la sua ragazza si chiamava Iside e che nell’intimità la chiamava “Isis”, ma il titolare della ditta non gli ha creduto.

La versione di Mario è stata confermata da un collega, che ha definito il tatuaggio “un gesto estremo”, ma ha anche argomentato: “Forse il capo ha reagito d’istinto, non credo si possa licenziare un ottimo e capace dipendente per una cosa simile. Alla fine è una sua scelta, tra l’altro anche poco evidente, trovandosi, per l’appunto all’interno della bocca”. Il giovane innamorato e licenziato si è rivolto al suo avvocato e ha presentato ricorso.