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Terremoti, l'Ingv rileva un aumento dell'attività sismica

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Dopo le scosse che hanno colpito il Maceratese, l'Ingv ha appurato che i terremoti nel Centro Italia sono in costante aumento.

L’Ingv ha messo in luce la crescente frequenza di terremoti nell’area centrale della Penisola. Dopo le ultime scosse che hanno riacceso il campanello d’allarme nelle Marche, aumentano l’allerta e la preoccupazione della popolazione delle zone a rischio.

Terremoti in aumento nel Centro Italia

In seguito alle scosse che hanno colpito il Maceratese il 10 aprile 2018, il cui epicentro è stato individuato a 2 chilometri da Muccia, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha dichiarato che l’attività sismica in Centro Italia è in costante aumento. Dal 24 agosto 2016 sono stati registrati più di 85mila terremoti e negli ultimi mesi del 2017 ci sono stati almeno 30-40 eventi al giorno. Gli esperti dell’Ingv hanno affermato che a marzo 2018 è stato segnalato un giorno in cui è stato raggiunto il picco di 100 eventi, e all’inizio di aprile sono stati registrati 140 eventi in un giorno. I sismologi hanno inoltre specificato che l’aumento delle scosse è concentrato a nord del sistema di faglie del 2016, proprio nei pressi di Muccia.

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Il presidente dell’Ingv Carlo Doglioni ha dichiarato ai giornalisti di “Quotidiano nazionale” che gli ultimi terremoti sono stati causati da un rilascio di energia maggiore rispetto a quello verificato negli ultimi due mesi di sequenza. Davanti a una sequenza che “attiva un volume di rocce così grande come quella che ha iniziato a muoversi il 24 agosto 2016, 6 mila chilometri cubi di crosta terrestre, il gradiente di pressione ha bisogno di sfogarsi e questo può richiedere diversi anni” ha aggiunto Doglioni.

A partire dall’ascolto del cosiddetto “rumore di fondo”, gli studiosi dell’Istituto sono quasi certi di poter dichiarare che la sequenza è ancora attiva. Tuttavia, gli esperti lasciano un margine di incertezza. Come sempre, quando si parla di terremoti, fare delle previsioni è un azzardo. “Possiamo dire che la sequenza continua: nell’area di scosse ce ne saranno ancora tante oltre magnitudo 3 e non è escluso che ce ne possa essere qualcuno oltre magnitudo 4” ha affermato Carlo Doglioni. A restare sotto stretta osservazione è tutta l’area del Centro Italia, specie la fascia compresa tra Norcia e Muccia.

Nessuna tregua, dunque, per la popolazione del Centro, già devastata dal susseguirsi di scosse che ha costretto numerosi abitanti a lasciare le proprie abitazioni e a trasferirsi nelle casette Sae (nel mirino di molti per alcuni difetti nelle strutture e per la burocrazia che impedisce l’installazione di una parte degli edifici stessi). In attesa di aggiornamenti, gli abitanti sperano nella pace e in un ritorno nelle proprie case.