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Terremoto Emilia 2012: i soldi raccolti con gli SMS non sono mai arrivati ai terremotati

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 Ricordate il terremoto che ha sconvolto parte dell'Emilia Romagna alla fine del maggio 2012? La raccolta di denaro attraverso gli sms da 2,00 euro? Al tempo furono raccolti poco più di 15 milioni da destinare ai Comuni colpiti dal sisma. Una somma messa insieme grazie alla generosità degli i...

Ricordate il terremoto che ha sconvolto parte dell’Emilia Romagna alla fine del maggio 2012? La raccolta di denaro attraverso gli sms da 2,00 euro?

Al tempo furono raccolti poco più di 15 milioni da destinare ai Comuni colpiti dal sisma. Una somma messa insieme grazie alla generosità degli italiani che, nonostante la prontezza dimostrata, hanno dovuto accettare il fatto che il denaro raccolto sia arrivato ai terremotati con un consistente ritardo. Colpa di una lungaggine burocratica (un iter che deve garantire la massima trasparenza) e di qualche effettivo ritardo nella concretizzazione vera e propria dei soldi.

Di quest’ultimo aspetto parlava il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli nell’ottobre del 2012, qualche mese dopo il sisma in Emilia:

«Purtroppo l’iter non si può comprimere più di tanto, se si vuole assicurare trasparenza. Innanzitutto una precisazione sulla cifra, i 15 milioni non sono versamenti ma promesse di versamento. La differenza è sottile ma decisiva. Nel senso che i vari gestori (Tim, Vodafone, Wind eccetera) prima di versare alla Tesoreria dello Stato l’importo corrispondente agli sms, devono effettivamente incassare la cifra. Io posso anche inviare un messaggio ma se poi per qualche ragione non lo pago, il gestore non versa».

Sms inviati con l’intenzione di donare 2 euro, ma senza che quegli stessi 2 euro siano davvero versati alle compagnie telefoniche (per qualunque motivo, pure banale), risultano nulli dal punto di vista della raccolta fondi. Il problema, nel caso specifico, è consistito nel fatto che fra carte prepagate, contratti telefonici e bollette, se gli utenti non pagano l’sms per un qualsivoglia motivo, le compagnie telefoniche non dispongono del denaro da destinare alla raccolta fondi e quindi l’intero meccanismo si inceppa. Questo, unito al fatto che, per ragioni di iter burocratico, non è possibile muovere il denaro raccolto per singole tranche, ma solo nel suo insieme, può portare alla tragica conseguenza che i fondi raccolti non raggiungono i terremotati per tempo.

Ora gli stessi dubbi e gli stessi problemi rischiano di manifestarsi nel caso del terremoto che ha colpito l’Italia centrale. Che fine fanno i soldi versati inviando un sms al 45500?
In un periodo difficile come quello che la nostra società sta vivendo, tra crisi economica e famiglie che fanno fatica ad arrivare a fine mese, gli italiani stanno dimostrando di essere, ancora una volta, solidali tra loro.
Inutile sottolineare quanto sia inopportuno far ritardare l’arrivo di quei fondi ai terremotati. Non hanno più una casa, non possiedono più ricordi legati alla loro vita. E’ anche irrispettoso nei confronti di tutti quegli italiani che, nonostante i mille problemi economici e i mille demoni che sono costretti ad affrontare durante il loro quotidiano, hanno deciso di donare del denaro a chi ne aveva bisogno.

La speranza è che in questo caso si faccia tesoro delle passate esperienze e si cerchi di limitare il più possibile ogni ritardo nell’elargizione dei fondi. Un atto doveroso tanto quanto quello stesso di donare i 2 euro.