> > Terremoto in Bosnia, un esperto dell’Ingv spiega cosa è successo

Terremoto in Bosnia, un esperto dell’Ingv spiega cosa è successo

Il sismogramma del terremoto in Bosnia rilevato dall'osservatorio Balconi di Pescantina

“La scossa fa parte del margine orientale dell'Adriatico e potrebbero essercene altre": terremoto in Bosnia, un esperto dell’Ingv spiega cosa è successo

A meno di 24 ore dal terribile terremoto di magnitudo 6.1 in Bosnia ed Erzegovina un esperto dell’Ingv spiega cosa è successo e il sunto dell’analisi effettuata dal professor Carlo Doglioni non è confortante: quell’evento sismico non va considerato un fenomeno anomalo e soprattutto non è detto che non possa ripetersi. La scossa delle 23 del 22 aprile ha fatto registrare una vittima, molti danni e soprattutto una percepibilità geograficamente immensa. Tanto immensa che il terremoto è stato avvertito nelle isole spalatine ed in Italia, sulla costa Adriatica e fino a Napoli e Roma

Terremoto, l’esperto dell’Ingv spiega il fenomeno

Doglioni, che è presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha spiegato che “non si tratta di una scossa anomala e non è escluso che ci possano essere altre scosse. Il fatto poi che si sia avvertita fortemente anche in Italia è perché un terremoto di magnitudo 6 è in grado di rilasciare un’energia tale da essere sentita fino a centinaia di chilometri, un pò come avvenuto qualche anno fa a Amatrice, anche se per fortuna non ha provocato gli stessi danni”. Le segnalazioni sul versante adriatico italiano sono state centinaia e Doglioni ha spiegato ancora: “La scossa fa parte del margine orientale dell’Adriatico dove la litosfera adriatica, cioè la crosta più il mantello terrestre, scende sotto le Dinaridi (un catena montuosa che attraversa tutta l’ex Jugoslavia, ndr), cosi come scende al di sotto dell’Appennino”. 

Il precedente albanese e la possibile recidiva

E ancora: “Pochi anni fa c’era stato un altro evento simile a Durazzo, in Albania fa parte dello stesso sistema. Si tratta di strutture che si chiamano sovrascorrimenti, cioè delle zone dove la crosta si raccorcia. La convergenza tra l’Adriatico e le Dinaridi è di circa due tre millimetri all’anno e quindi ogni due o tre secoli, in vari segmenti, ci sono terremoti di questo magnitudo”. E la chiosa del presidente dell’Ingv sulle scosse di assestamento dopo di cui torna la quiete non significa affatto “che non ci possano essere altre scosse sia più a nord che più a sud dell’area dell’epicentro. La Terra ha tempi che non sono quelli dei nostri orologi”.