> > Terremoto in Nepal. Cosa fare per aiutare

Terremoto in Nepal. Cosa fare per aiutare

109064 md

Il bilancio delle vittime sale sempre di più, molti villaggi ancora non sono stati raggiunti e secondo la dichiarazione del primo ministro, Sushil Koirala, si temono le 10000 vittime. Intanto il paese si trova ad affrontare uno scenario disastrato. In Nepal manca acqua, elettricità e tutti i be...

Il bilancio delle vittime sale sempre di più, molti villaggi ancora non sono stati raggiunti e secondo la dichiarazione del primo ministro, Sushil Koirala, si temono le 10000 vittime.

Intanto il paese si trova ad affrontare uno scenario disastrato. In Nepal manca acqua, elettricità e tutti i beni di prima necessità. Molti operatori sociali, organizzazioni internazionali e volontari stanno partendo in questi giorni in missione per portare soccorso.

In questo senso anche noi possiamo dare il nostro contributo, seppur rimanendo a casa nostra. In molte città italiane si stanno creando punti di raccolta per raggruppare tutto ciò che può essere utile alle famiglie nepalesi che si ritrovano a non avere più nulla. Si stanno caricando in questi giorni aerei pieni di vestiti, cibo e medicine che raggiungeranno i luoghi colpiti dal terremoto.

Ciò che noi possiamo fare è prendere vestiti caldi, tende, sacchi a pelo, coperte e scarponi, imballarli e portarli ai punti di raccolta. Trovarli è semplice, basta fare una ricerca su internet o su facebook digitando “Punti di raccolta aiuti materiali per il Nepal” e il nome della vostra città. I beni raccolti saranno gestiti da associazioni che operano nel settore da molto tempo e che si occuperanno di spedire i pacchi nelle zone di interesse.

Per chi volesse invece aiutare a livello economico, citiamo le organizzazioni consigliate dallo scalatore Reinhold Messner: “Il Nepal è uno dei Paesi più poveri del mondo e ha bisogno della nostra solidarietà. I governi europei sono presi probabilmente dai problemi dei profughi e da quelli della Grecia, ma noi privati possiamo e dobbiamo aiutare. Occorre far arrivare dei fondi a chi già sta lavorando con serietà laggiù e sa quali sono le emergenze. C’è la mia organizzazione, la Messner Mountain Foundation, che aiuta le popolazioni dell’Himalaya. C’è la Hillary Foundation, creata dal primo scalatore dell’Everest, che opera soprattutto nel Solo Khumbu. E poi un’altra organizzazione messa in piedi da uno sherpa di cui mi fido molto, Ang Tsering“.