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Terremoto in Indonesia: nuova forte scossa vicino a Lombok

Terremoto in Indonesia

Epicentro più a ovest rispetto ai giorni scorsi. Erano le 7.25 ora italiana, la nuova scossa è di magnitudo 5.9 Le vittime salgono a 347

Dopo che il terremoto di magnitudo 6.9 ha ridotto in un immenso cumulo di polvere e macerie buona parte dell’isola di Lombok, mietendo vittime, si è registrata una nuova forte scossa. Sorgevano le prime luci del sole in Italia, erano esattamente le 7.25.31.

Un terremoto che miete vittime

La nuova scossa ha epicentro più a ovest rispetto ai giorni scorsi e ipocentro a circa 10 km di profondità. L’epicentro è stato localizzato sulla terraferma, 3 km a sud-est della località di Todo. Potrebbero esserci nuovi danni e vittime. La terra continua a tremare, mentre soldati e volontari proseguono con le operazioni di soccorso. Si continua a scavare sotto le macerie nella speranza di trovare uomini vivi.

Terremoto in Indonesia

E’ intanto salito a 347 il bilancio dei morti del terremoto di magnitudo 6,9 che ha colpito l’isola di Lombok nella serata di domenica 5 agosto 2018. Lo scrive l’agenzia di stampa statale indonesiana Antara, citando un rapporto dei leader dei distretti colpiti nel nord dell’isola. Il documento è stato consegnato alla sezione regionale dell’Agenzia nazionale per i disastri. Il distretto più colpito è quello di Kayangan, con 171 morti.

Terremoto in Indonesia

Tra i morti non sono segnalati stranieri. Nei distretti di Pemenang, Gangga e Tanjung si sono registrati tra i 57 e i 54 morti. Più leggero il bilancio nel distretto di Bayan, con 11 vittime. E’ salito anche il numero dei feriti e delle persone la cui casa è crollata o è stata seriamente danneggiata. I feriti sono ora 1.447, mentre gli sfollati sono 165mila. In condizioni di estrema difficoltà socio-economica non sarà semplice far ripartire il Paese. I dati sono stati annunciati dal portavoce dell’Agenzia nazionale per la gestione dei disastri, Sutopo Purwo Nugroho. Nella giornata di mercoledì 8 agosto, il governo aveva stimato che 20mila persone avevano ancora bisogno di assistenza e che l’80 per cento degli edifici erano stati distrutti.