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Terrorismo, minacce Isis davanti al Duomo di Milano: "siamo nelle vostre strade"

Terrorismo

L'obiettivo era quello di intimidire la popolazione e costringere le forze dell'ordine ad aumentare i controlli, che incidono sulle libertà fondamentali dei cittadini.

Terrorismo, l’Isis era pronto o quanto meno aveva come idea quella di colpire l’Italia. “Siamo nelle vostre strade”, questa è una delle frasi pubblicate su Twitter con minacce e proclami, i selfie davanti al Duomo di Milano o al Colosseo. Tweet che hanno creato allarme nei cittadini perché si tratta di atti compiuti con lo scopo di intimidire la popolazione e costringere la pubblica autorità a predisporre mezzi di controllo e sorveglianza, che per forza di cose vanno a incidere sulle libertà fondamentali dei cittadini.

Sono queste le motivazioni dei giudici della Corte d’Assise d’appello di Milano con cui, a maggio, hanno confermato le condanne a 6 anni per il tunisino Lassaad Briki e per il pakistano Muhammad Waqas. Arrestati nel 2015 e intercettati, parlavano di un attentato da compiere alla base Nato di Ghedi, nel Bresciano. Arresti che la Corte presieduta da Sergio Silocchi lega al reato di terrorismo internazionale e che può avere ad oggetto anche attività solo preparatorie.

Secondo quanto si legge nelle motivazioni delle condanne, l’Isis segue una “strategia della tensione diretta a sconvolgere le regole del vivere quotidiano e a restringere di conseguenza spazi di libertà individuale e di aggregazione, imponendo ai Paesi sotto minaccia un massiccio e logorante impegno nelle investigazioni e nella predisposizione di forze dell’ordine e, allo stesso tempo, istigando singoli individui ad azioni terroristiche prive di programmazione e che dunque difficilmente possono essere previste e sventate.

Secondi i risultati delle indagini, i due imputati sarebbero stati degli “jihadisti della porta accanto”, uno era addetto alle pulizie in un’azienda, l’altro autista in una ditta di distribuzione alimentare. Entrambi, tuttavia, secondo l’accusa, erano parte “dell’associazione terroristica più pericolosa e più sanguinaria al mondo”, l’Isis, e “ancora più pericolosi perché perfettamente integrati”. Lassad Briki e il pakistano Muhammad Waqas si stavano anche ‘formando’ attraverso un manuale reperibile su Internet (How to survive in the west a mujahid guide), che contiene spiegazioni su come creare bombe fatte in casa, trasportare armi, allenarsi e nascondere l’identità da estremista.