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Teste su Stefano Cucchi: "I carabinieri si divertirono"

stefano cucchi

Luigi Lainà ha testimoniato riguardo alla vicenda di Stefano Cucchi. Il 30enne morto durante la custodia cautelare per un violento perstaggio

Stefano Cucchi, era stato barbaramente picchiato da dei carabinieri in borghese. Questo sarebbe quanto il povero 30enne ha raccontato a Luigi Lainà, anche lui carcerato in quel periodo nel penitenziario di Regina Coeli. Lainà ha inoltre raccontato e descritto le drammatiche condizioni fisiche in cui Stefano Cucchi si trovava in carcere in seguito al pestaggio subito. La vittima era ridotta malissimo. Vi erano grossi lividi, ematomi sul viso e perdeva sangue da un orecchio.

Stefano Cucchi testimone

Il racconto di Luigi Lainà fa rabbrividire. La descrizione che propone di Stefano Cucchi, come lui stesso dichiara, è da deportato di Auschwitz. Luigi Lainà era carcerato assieme al ragazzo 30enne, morto il 22 ottobre del 2009. Stefano Cucchi ha parlato col teste, che lo aveva incontrato il 16 ottobre nel centro clinico del carcere di Regina Coeli, il quale ha raccontato quanto la vittima gli ha detto. I carabinieri si sarebbero ‘divertiti’ col povero 30enne. Luigi Lainà ha dichiarato: “Stefano mi raccontò che lo avevano picchiato due carabinieri in borghese nella prima caserma in cui fu portato, si fermarono su ordine di un altro carabiniere che indossava la divisa”.

I militari lo volevano far parlare, volevano sentirsi dire dei luoghi, dei nomi. Volevano assolutamente una confessione. Volevano sapere la provenienza della droga, per la quale Stefano Cucchi era stato preso. Ma lui non volle fare la spia e non fece alcun nome. Luigi Lainà si è poi soffermato bene sull’aspetto fisico che il povero Stefano Cucchi aveva nel momento del loro incontro.

Il ragazzo 30enne presentava diversi ematomi, in particolare sul viso. Era di colore viola, e da un orecchio usciva sangue. Preso dalla compassione, Luigi Lainà anda a prendere un caffè, e lo portò a Stefano Cucchi. Ma questi non era in grado di inghiottire. Il teste racconta: “Quando gli ho visto la schiena era uno scheletro violaceo: sembrava un cane bastonato, roba che neanche ad Auschwitz. Non ho mai visto un detenuto portato in cella in quelle condizioni”. Spaventato, Luigi Lainà sarebbe poi subito corso dal dottor Petrillo del centro clinico di Regina Coeli, il quale, dopo averlo visitato, ha ordinato il trasferimento in ospedale. Ma, in quelle condizioni, il povero Stefano Cucchi non sarebbe dovuto stare tutto quel tempo in carcere.

stefano cucchi

Ilaria Cucchi

La sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, a margine dell’udienza, ha affermato che il racconto di Luigi Lainà è drammatico dal punto di vista emotivo. Lo è per chi l’ha ascoltato, e anche per chi l’ha letto. Difficile solo immaginare le sensazioni che un caro di Stefano Cucchi possa provare. Inoltre, la donna rivede, nelle parole del teste, anche il carattere e i modi di fare di suo fratello e soprattutto la sua sofferenza che per tanti anni è stata nascosta. Ilaria Cucchi ha affermato che per anni si è parlato di lesioni lievi, lui stava malissimo invece, e quel dolore è aumentato ora dopo ora fino a farlo morire. “In questi anni è stato tutto astratto sembrava che mio fratello fosse morto senza una ragione, da oggi si comincia a capire cosa è effettivamente successo”.