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Thailandia, ragazzi salvi anche grazie alla meditazione

L'importanza della meditazione per i ragazzi in Thailandia

L'allenatore Aek ha insegnato ai giovani calciatori a meditare: così hanno mantenuto la calma e respirato tranquillamente.

I soccorritori che hanno raggiunto per primi i ragazzi intrappolati nella grotta in Thailandia sono rimasti stupiti davanti alla calma con cui i giovani calciatori hanno atteso per giorni di essere salvati. Non c’è stata nessuna scena di panico durante le operazioni. Una serenità che sembra sia stata raggiunta anche grazie alle pratiche di meditazione praticata dai ragazzi per volontà del loro allenatore.

L’importanza della meditazione

Si chiama Ekkapol Chanthawong, ma per tutti è semplicemente Aek. È l’allenatore venticinquenne che ha accompagnato la squadra nella grotta di Tham Luang. Da molti è stato definito incosciente e irresponsabile, ma è proprio grazie a lui che i “cinghialotti” della Thailandia sono riusciti a mantenere la calma e a sopravvivere al buio e al freddo per giorni, prima ancora che i soccorsi li individuassero.

Aek è orfano di entrambi i genitori. Appena dodicenne è entrato nel monastero buddista di Mae Sai, dove ha trascorso dieci anni. Lì ha appreso l’arte della meditazione. Una volta lasciato il monastero, ha deciso di lavorare nel mondo dello sport e di occuparsi di squadre giovani come i Wild Boars, ma non ha mai dimenticato gli insegnamenti dei monaci. Ha insistito affinché anche i suoi ragazzi imparassero a meditare. “Li aveva abituati a fare sempre una meditazione tranquilli prima o dopo gli allenamenti”, ha raccontato un familiare di Aek. “Può meditare fino a un’ora, questo certamente ha aiutato lui e i ragazzi a rimanere calmi“.

L’opinione dei soccorritori

La meditazione è una pratica tipicamente orientale, lontana dalla cultura europea, ma anche i soccorritori internazionali ne hanno parlato come di “un fattore da non sottovalutare“. Non si tratta di una mera questione psicologica. Meditare ha permesso ai ragazzi di mantenere regolare il ritmo respiratorio e di utilizzare al meglio le riserve di ossigeno presenti nella grotta. Inoltre, saper respirare in modo tranquillo li ha aiutati ad apprendere come utilizzare le maschere subacquee svedesi che sono state fornite loro durante le operazioni di soccorso.

Un metodo di 2600 anni fa

L’Agency for Healthcare Research and Quality ha pubblicato i risultati di uno studio condotto dalla Johns Hopkins University Evidence-based Practice Center (EPC) sull’efficacia della meditazione. Si tratta di una pratica antica, che risale a 2600 anni fa, ma ancora in grado di portare enormi vantaggi. L’Agency definisce la meditazione come un “metodo mente-corpo” costituito da un insieme di “tecniche pensate per facilitare la capacità della mente di influenzare le funzioni e i sintomi corporei”.

Sono sempre di più i pazienti che, anche in Occidente, affiancano queste tecniche alle cure mediche tradizionali. Lo studio ha coinvolto quasi 3000 soggetti e ha dimostrato gli effetti della meditazione su pazienti che soffrono di depressione, ansia, ma anche di dolore cronico.