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Theresa May: scoppia il caso delle molestie sessuali nel governo britannico

Theresa May

Il governo di Theresa May è al centro di una nuova bufera mediatica. Accusati di molestie sessuali molti parlamentari, tra cui 15 dell'esecutivo.

Nuovo duro colpo al governo inglese, guidato dalla conservatrice Theresa May. Per lei, il rischio è che il governo cada in frantumi e il partito si copra di vergogna. Già in queste ore rischia infatti una conflagrazione a causa del dilagare della notizia di molestie sessuali. Un caso nato sulla scia di quello americano che ha investito il produttore statunitense H. Weinstein. Il caso inglese vede coinvolti una cinquantina di onorevoli inglesi, tra cui 15 uomini dell’esecutivo di Theresa May, distribuiti tra Ministri e Sottosegretari. Un terremoto politico che rischia di minare la già fragile posizione del governo conservatore.

Il governo di Theresa May

Il governo May, conosciuto per la Brexit, non è partito quest’anno con i migliori auspici, come non hanno mancato di ironizzare i giornalisti alla convention dei tory. Se il governo era già instabile a causa di una politica interna ed estera miope, con questo scandalo rischia il completo tracollo. Pochi giorni fa infatti una indagine parlamentare aveva dato alla luce un dossier piccante, battezza ironicamente “Parlamentari ad alta libido“. L’indagine investiva circa una cinquantina di uomini politici inglesi, tra cui 15 tra ministri e sottosegretari di governo. Tutti uomini e tutti accusati di molestie sessuali verso giovani stagiste e colleghe del Parlamento inglese. Uno beffa ancor più grande se si pensa che il governo inglese è guidato da una donna!

Al momento la maggior parte degli indagati sono coperti dall’anonimato. Nomi non ne sono stati fatti e di pochi si conoscono identità e fatti incriminati. Ma i giornali progressisti, in testa il Guardian, hanno intenzione di rivelare l’identità di tutti i partecipanti alla lista. Un atto che rischierebbe di far esplodere la bomba politica e minare la credibilità del partito agli occhi degli elettori. I nomi al momento rivelati appartengono a Stephen Crabb, ex ministro ed ex leader conservatore. A lui sono attribuiti degli insistenti quanto sconci messaggi a una stagista diciannovenne. Figura anche il sottosegretario Mark Garnier, reo di aver regalato alle proprie dipendenti dei sex-toys non richiesti.
Anche il partito laburista non è esente dalle indagini. Sul dossier compaiono i nomi di 4 esponenti del partito tra cui due ex-ministri del governo ombra.

Mancanza di rispetto

Nel generale trambusto sollevato dalla questione risultano, se non i nomi, i soprannomi e le cariche degli esponenti del Parlamento inglese. Andiamo dall’esponente di alto del governo, soprannominato cop-a-feel (nello slang usato in genere per “dare una palpatina“), fino a esponenti meno noti, descritti come assatanati cronici e inappropriati.

Il discredito creato dal caso evidenzia un problema mai affrontato di petto: quello delle molestie sessuali e del disprezzo nei confronti della donna. Un problema che Westminster non può certo evitare di affrontare: le prove sono evidenti e non potranno essere spazzate comodamente sotto il tappeto. Una atmosfera di omertà pesante denunciata dalla campionessa dei pari diritti, Hariette Harman. Non ci si aspetta di certo di trovare una simile atmosfera nella sobria Inghilterra, terra del political correctness. Una galleria di abusi nati dall’ebrezza del potere. Nel frattempo lo speaker della Camera, John Bercow, ha annunciato l’intenzione di far piazza pulita e piena chiarezza sul caso. Nonostante questo non mancano i dubbi anche su questa volontà giustizialista: molti parlamentari uomini già si lamentano del clima da caccia alle streghe