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Nuova Zelanda: TikTok bandito

Nuova Zelanda: TikTok bandito

TikTok bandito anche in Nuova Zelanda per ragioni di sicurezza. Come si comporteranno gli Stati Uniti?

TikTok sa essere un mezzo potente, forse troppo. Nato come un social network di canto e ballo, è diventato una forza imprevedibile, che lancia fenomeni virali e mode, che crea e distrugge carriere. Se a questo aggiungiamo che anche la politica, oggigiorno, si fa sempre più online, ecco che il collegamento appare naturale: sempre più rappresentanti politici decidono di creare un profilo e di pubblicare contenuti.

TikTok bandito: le motivazioni

Nonostante questo successo globale, l’app di TikTok pone qualche dubbio sulla sua sicurezza. Il social infatti appartiene a una società di Pechino che si chiama ByteDance e che si teme stia subendo delle pressioni insistenti da parte del governo cinese. Viene naturale, da parte dei governi occidentali, temere per la sicurezza dei propri dati, soprattutto se si parla di dati inerenti la politica nazionale, i suoi organi, i suoi uomini e donne.

TikTok bandito, la decisione della Nuova Zelanda

Per queste ragioni, la Nuova Zelanda proibirà l’installazione di TikTok sugli apparecchi che hanno accesso alla rete informatica del parlamento. La stessa cosa ha fatto la Gran Bretagna e si pensa che gli Stati Uniti compiranno la stessa risoluzione, anche se le agenzie governative hanno tempo fino alla fine del mese per decidere. Si tratta di una decisione importante, che potrebbe cambiare in maniera decisiva il modo in cui TikTok viene utilizzato, anche da parte di comuni cittadini che non ricoprono cariche politiche.