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Tlc: Caricami porta in Italia il 'powerbank sharing'

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Roma, 23 nov. (Labitalia) - Uno studio condotto da Samsung nel 2019 rilevava un dato molto peculiare: il 36% degli italiani preferirebbe ricevere una ricarica della batteria del telefono piuttosto che un prestito di denaro. Questo dato si pone in un contesto che ci vede tutti perennemente connessi, ...

Roma, 23 nov. (Labitalia) – Uno studio condotto da Samsung nel 2019 rilevava un dato molto peculiare: il 36% degli italiani preferirebbe ricevere una ricarica della batteria del telefono piuttosto che un prestito di denaro. Questo dato si pone in un contesto che ci vede tutti perennemente connessi, continuamente coinvolti in interazioni digitali, tanto da far affiorare addirittura una paura, quella di restare scollegati, con la batteria scarica e nessun punto di ricarica nelle vicinanze. Paura motivata anche dal fatto che ormai il nostro fidato smartphone rappresenta il centro nevralgico della nostra identità digitale, spesso anche strumento di autenticazione con accessi al nostro conto in banca, ai nostri profili social e così via. A questa paura è stato dato un nome: Nomofobia ovvero 'no Mobile Phone Phobia'.

"In Cina – spiega Filippo Zanetti, Ceo di Caricami – la necessità di essere sempre online ha fatto letteralmente esplodere quello che nel 2017 si è rivelato il settore più in crescita nel mercato della sharing economy, ovvero il powerbank sharing. Nel 2019 circa il 20% della popolazione cinese aveva utilizzato il servizio con 270 milioni di utilizzatori, oltre 1,5 miliardi di dollari di fatturato e una penetrazione in centri commerciali e trasporti superiore al 50%. Si stima che nel 2025 il mercato del powerbank sharing possa raggiungere nel mondo un valore di 9.38 miliardi di dollari". Rifacendosi a un trend così forte, il team di Caricami ha deciso di portare in Italia questo modello di business fornendo un servizio di ricarica in mobilità alle persone attraverso un’app e un network di stazioni di ricarica e powerbank sempre disponibili.

Il funzionamento di Caricami è semplice: attraverso l’app Caricami, l’utente accede a una mappa che gli indica la stazione di ricarica più vicina. Qui è possibile noleggiare un powerbank, ricaricarsi in mobilità e restituirlo presso una qualunque altra stazione del circuito. Grazie a una diffusione sul territorio sempre più capillare, non sarà necessario ricordarsi di portare con sé una batteria di riserva durante una trasferta o acquistarne una. Basterà noleggiare un powerbank in una delle stazioni Caricami presenti in città. Le batterie Caricami sono dotate dei 3 connettori più diffusi sul mercato (micro Usb, Type-C e Lightning) per essere compatibili con qualunque dispositivo mobile.

Le stazioni Caricami sono dotate di 8, 24 o 48 batterie l’una e possono essere installate all’interno di bar e ristoranti, ma anche in centri commerciali o strutture che ospitano eventi. Batterie e stazioni sono personalizzabili e integrano schermi per visualizzare immagini e video, trasformandosi anche in preziosi strumenti di marketing. "Chi utilizza il servizio paga a consumo in base alle ore di utilizzo ma sono previste anche soluzioni dove la ricarica è parzialmente o completamente offerta dalla struttura presso cui è installata la stazione. È il momento giusto per portare questo business in Italia e noi siamo al momento i primi ad averci pensato", precisa Zanetti.

Caricami è nata a dicembre 2019 trovandosi a operare in piena pandemia. Nonostante questo ha continuato a espandere la propria rete di stazioni di ricarica raggiungendo sette regioni italiane con oltre 200 installazioni e stringendo collaborazioni con importanti player come Impact Hub, Talent Garden, il Centro Diagnostico Italiano, Nen e perfino Glovo per la ricarica dei driver a Milano. Per continuare a espandersi e farlo velocemente, Caricami ha bisogno di capitali ed è per questo che ha da poco avviato una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma BackToWork24.

"Il nostro obiettivo è diventare il punto di riferimento in Italia per la ricarica in mobilità, andando a cambiare le abitudini degli italiani. Per farlo ci serve l’aiuto di tanti soci che possono diventare tali con un investimento minimo di soli 500 euro", conclude Filippo Zanetti.