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Todi, nei sotterranei scoperta una città invisibile

La scoperta

Scoperta nei sotterranei di Todi una sorta di città invisibile, costituita da cisterne, cunicoli e gallerie di epoca romana e medievale, in grado di rifornire d’acqua la popolazione.

Le Cisterne Romane

Todi non è una città dell’Umbria così rinomata come Perugia e Assisi, ma certamente meritevole di una visita. Ora sono anche venute alla luce più di 300 cisterne sotterranee, cunicoli e gallerie di epoca romana e medievale più 500 pozzi risalenti a diversi periodi storici, il tutto per oltre 5 chilometri di lunghezza. Uno scenario decisamente affascinante e misterioso, creato tecnicamente per soddisfare il fabbisogno quotidiano d’acqua della popolazione. Le prime strutture risalgono al II e il I secolo a. C.: due si trovano sotto Piazza del Popolo e al Foro romano e nonostante il tempo, si sono ben conservate. Lunghe 80 metri per 8 metri di larghezza ed 8 di altezza, si trovano sui colli dove ora sono ubicate la Rocca e la Cattedrale cittadine.

Parliamo insomma di una vera e propria città invisibile, scoperta grazie agli speleologi del gruppo Tuderte, che prende il nome dalla strada che porta da Perugia a Todi. Durante i lavori, essi hanno ideato una sorta di nuovo metodo di “speleologia urbana”, alternando gli scavi alla ricerca d’archivio storiografica e cartografica.

Dopo secoli

La città in generale e Jacopone da Todi

In collina

A parte questi luoghi sotterranei, Todi qualche anno fa venne di fatto considerata la città ideale da un équipe di ricercatori americani, perché più o meno vanta queste caratteristiche: è situata su una collina, ha la forma di una piramide, è lunga un chilometro e larga 500 metri e i suoi abitanti vanno dai 5.000 ai 1.000. Il clima è ottimo, il paesaggio meraviglioso e allettante la scelta enogastronomica. In più la città consente un tuffo nella cultura e nella storia per i dipinti rinascimentali qui esposti, le mura medievali, le tombe etrusche e i resti di epoca romana. Inoltre Todi non può non far venire in mente il poeta Jacopone – al secolo Jacopo De Benedictis, (Todi, 1236 circa – Collazzone, 1306) – annoverato tra più celebri poeti medievali – sue certamente circa 90 Laude che sono arrivate fino a noi, il Pianto della Madonna e lo Stabat Mater nonchè frate francescano diventato beato.

Poeta e beato

Era vicino a Papa Celestino V – quello del “gran rifiuto dantesco” rimasto sul soglio di Pietro solo dall’agosto al dicembre 1294 –, e contrario all’elezione di Bonifacio VIII, elezione che considerava illegittima – Bonifacio VIII era il pontefice che subì il famoso “schiaffo di Anagni” da parte di Giacomo (Sciarra) Colonna, il quale sosteneva che il potere temporale di Filippo IV di Francia, detto “Il Bello”, dovesse prevalere sul potere spirituale del Papa, contrariamente a quanto sostenuto da Bonifacio –.

Ebbene, Jacopone da Todi pagò con la scomunica e il carcere la propria opposizione al pontificato di Bonifacio. Inoltre il Papa, che inizialmente aveva accettato la Regola francescana di vivere nella povertà assoluta chiamando Pauperes heremitae domini Celestini coloro che vi aderivano radicalmente come lo stesso Jacopone, dopo l’abdicazione di Celestino V e il proprio insediamento come principe della Chiesa, cambiò rotta, perseguitando i Pauperes. Questi ultimi allora chiesero protezione alla celebre e potente famiglia Colonna contro la famiglia dei Papa, quella dei Caetani – il nome di battesimo di Bonifacio VIII era Benedetto Caetani –.