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Todi, quarant'anni fa il disastroso incendio: morirono 35 persone

Trentacinque morti intrappolati in un palazzo, 40 anni dall'incendio di Todi

Todi, quarant'anni fa l'incendio che uccise 35 persone dentro un palazzo d'epoca. Dopo la strage una revisione delle leggi sulla sicurezza.

Todi, quarant’anni fa l’incendio che uccise 35 persone. In provincia di Perugia, all’interno del Palazzo del Vignola rimasero intrappolate delle persone mentre si stava svolgendo una mostra di antiquariato. Non c’era una caserma dei vigili del fuoco, ci misero infatti 45 minuti ad arrivare dalla città vicina, mentre dai tetti dei palazzi vicini qualcuno lanciava corde per salvare le persone intrappolate.

Todi, quarant’anni fa il disastroso incendio: morirono 35 persone

Oltre ai 35 morti, 60 persone rimasero ferite dal terribile incendio divampato a Todi. Dopo la tragedia, seguirono le fiamme al cinema Statuto di Torino, dove morirono 64 persone.

Il Palazzo del Vignola, che in realtà si chiama Palazzo Landi Corradi, il 25 aprile 1982 ospitava la XIV edizione della Mostra mercato nazionale dell’antiquariato. La struttura apparteneva alla diocesi di Todi e al Seminario, che lo affittava a un privato per l’esposizione. La domenica era la giornata col maggior numero di visitatori previsti.

Todi, memoriale dell’incendio dell’82

Alle 11:03 di mattina divampò l’incendio, quando all’interno del palazzo erano presenti 180 persone, le fiamme si propagarono molto velocemente a causa di materiali altamente infiammabili negli allestimenti.

“I periti d’ufficio ipotizzarono che a causare l’incendio fosse stato un mozzicone di sigaretta gettato sulla moquette, oppure un corto circuito”, racconta al Post Massimo Rocchi Bilancini, autore del libro Todi–25 aprile 1982-Brucia il Vignola, “Il perito nominato invece dall’organizzatore della mostra disse che il fuoco poteva essere stato generato da un’esplosione di gas avvenuta in un negozio di fornaio, al livello della strada”. 

Il processo per l’incendio di Todi

Il processo per l’incendio di Todi vide imputati Francesco Montori, organizzatore della mostra, e Claudio Cardoni, presidente dell’azienda del Turismo locale. Per il primo ci fu una condanna a tre anni e tre mesi di carcere per aver ignorato le norme di sicurezza nell’allestimento della mostra. Assoluzione con formula piena per Cardoni.

Il primo fu condannato a tre anni e tre mesi di carcere per aver allestito la mostra ignorando le norme sulla sicurezza. Cardoni, responsabile dell’ente che aveva finanziato la manifestazione e che secondo l’accusa non aveva vigilato sul corretto allestimento, venne invece assolto con formula piena.