> > Le toghe scrivono al governo: “Vaccinateci o rallentiamo”

Le toghe scrivono al governo: “Vaccinateci o rallentiamo”

Le toghe scrivono al governo: “Vaccinateci o rallentiamo”

La dura accusa delle toghe che minacciano di fermare tutto: “Il Governo considera il servizio giustizia con carattere di minore priorità"

Le toghe scrivono al governo e con l’Associazione Nazionale Magistrati lo fanno in maniera perentoria: o vaccinazioni o attività giudiziaria rallentata. E lo fanno arrivando a paventare perfino una sospensione delle attività non urgenti. La questione è semplice ma cruciale: vanno applicati interventi di norma per limitare l’attività e il conseguente pericolo di contagi negli ambienti giudiziari. In caso contrario quelle limitazioni le toghe se le daranno da sole. Ecco uno stralcio della lettera: “Il Governo considera il servizio giustizia con carattere di minore priorità rispetto ad altri servizi essenziali già sottoposti a vaccinazione. Lo fa tanto da non ritenere doveroso rafforzare le condizioni che ne consentano la prosecuzione senza l’esposizione a pericolo per gli operatori”.

Le toghe al governo: “E l’emergenza?”

Questo il motivo per cui l’Anm invita i dirigenti degli uffici giudiziari, “ove dovessero inspiegabilmente mancare interventi normativi volti alla limitazione dell’attività giudiziaria ad adottare misure organizzative. Misure per rallentare immediatamente tutte le attività. Né senza escludere, nei casi più estremi, la sospensione dell’attività giudiziaria non urgente”. Secondo fonti di via Arenula il prossimo decreto Covid previsto in settimana ha in agenda anche una proroga. Cioè quella per gli uffici giudiziari della legislazione vigente sull’emergenza fino al 31 luglio.

Un anno fa chiusura, oggi niente

E la giunta Anm lo rimarca: “È notizia di questi giorni che il Governo prorogherà le misure più rigide di contenimento del rischio del contagio. Lo farà mantenendo la chiusura degli esercizi commerciali sulla quasi totalità del territorio nazionale. Poi la vigenza di forti restrizioni alla libertà di circolazione dei cittadini. L’attuale situazione epidemica non differisce molto da quella di un anno fa. Semmai è aggravata dal fatto che la diffusione del virus ed il livello di saturazione degli ospedali colpiscono oggi drammaticamente tutto il territorio italiano”. Tuttavia “mentre un anno fa era stata disposta la temporanea sospensione dell’attività giudiziaria (ad eccezione dei procedimenti urgenti), attualmente negli uffici giudiziari di tutta Italia si continua a lavorare”.

Noi “fuori” dal Piano Vaccini

Ancora: “E lo si fa con le stesse modalità e con gli stessi ritmi del periodo antecedente la pandemia. Questo con l’unico precario e insoddisfacente meccanismo di cautela costituito dalla disciplina emergenziale”. E sul piano vaccini le toghe affondano: “Il nuovo piano strategico vaccinale, modificando le Linee Guida del Parlamento di dicembre 2020, non prevede più, tra i gruppi target di popolazione cui offrire il vaccino in via prioritaria, i lavoratori del comparto giustizia”.

Antitesi con il giusto processo

Poi la chiosa: “Il Governo considera, dunque, il servizio giustizia con carattere di minore priorità rispetto ad altri servizi essenziali già sottoposti a vaccinazione, tanto da non ritenere doveroso rafforzare le condizioni che ne consentano la prosecuzione senza l’esposizione a pericolo per gli operatori”. Si tratta di una decisione che “oltre a destare disagio e sconcerto per la totale sottovalutazione dell’essenziale servizio giustizia, appare in assoluta antitesi con gli obiettivi di riduzione dei tempi dei processi. Obiettivi imposti dall’Unione Europea e richiamati dalla ministra Cartabia nelle linee programmatiche esposte recentemente al Parlamento”.