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Tony May, deceduto lo chef simbolo della cucina italiana a New York e proprietario del "San Domenico"

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Tony May venuto a mancare il 3 aprile nella sua abitazione nella Grande Mela. Aveva 84 anni e da un po' di tempo soffriva di problemi di salute.

È venuta a mancare un’icona della cultura italiana che è stata capace di stregare New York e tutti Stati Uniti. Lo chef Tony May è deceduto domenica 3 aprile nella sua abitazione nella Grande Mela. Aveva 84 anni e da un pò di tempo soffriva di problemi di salute.

Tony May, l’annuncio della morte

Secondo ciò che ha riportato l’agenzia stampa Adnkronos, l’annuncio della morte di Tony May è stato dato dalla sua stessa famiglia. Lo compiange la figlia Marisa, che ha deciso di tenere in vita a New York il progetto e l’eredità del padre anche utilizzando il cognome d’arte “May”. Marisa è sposata con Leonardo Metalli, giornalista del Tg1.

Chi era Tony May?

Tony May, al secolo Antonio Magliuolo, era nato il Nato il 6 dicembre 1937. Era originario di Torre del Greco (Napoli) ma si era trasferito ancora molto giovane negli Stati Uniti. Lì aveva cominciato dal nulla, superando ben 10 anni di pura gavetta.

Inizialmente aveva trovato un posto come cameriere al Rainbow Room, un ristorante all’interno del celebre Rockefeller Center. Con grande caparbietà era riuscito a farsi strada, ottenendo poi nel 1964 il posto di maître di sala. Dieci anni dopo lo aveva poi rilevato per crearne il suo primo ristorante/nightclub.

Nel corso della sua carriera nel mondo della ristorazione Tony May aveva inaugurato vari locali. Il più celebre era forse il San Domenico, aperto nel 1988.

Il San Domenico di Tony May

Il San Domenico, nei suoi 20 anni di attività, si era imposto come simbolo di classe e raffinatezza. Era diventato l’emblema della cucina italiana negli Stati Uniti e nel mondo intero. Presto aveva conquistato ben tre Stelle Michelin. Una cosa mai successa prima per un ristorante italiano.

Aveva ospitato tra i suoi tavoli star del mondo dello spettacolo e dell’arte come Michael Douglas, Catherine Zeta Jones, Sylvester Stallone, Sophia Loren, Sharon Stone, Harrison Ford, Demi Moore, Tom Hanks, Ron Howard e Luciano Pavarotti. Era diventato pure la meta di volti noti della finanza, della politica e dell’industria.

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