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Torino, anziani legati in clinica: denunciate 4 persone

Sedia a rotelle e desolazione

I Nas di Torino hanno trovato decine di anziani legati in una struttura di cura, la Rsa Spalato – dal nome della via in cui si trova – Denunciati quattro responsabili: la Procura indaga.

Immagine triste

Ancora violenze contro gli anziani in una struttura a loro dedicata. In un clinica di Torino, situata in via Spalato 14, i Nas del capoluogo piemontese, durante un’ispezione, ne hanno trovati decine bloccati alla sedia a rotelle con legacci e cinture, che impedivano loro di muoversi. Per questo sono state denunciate quattro persone, la direttrice sanitaria e tre responsabili operativi. L’accusa per loro è concorso in maltrattamenti.

L’inchiesta della Procura, coordinata da Vincenzo Pacileo, è partita da una segnalazione di un collaboratore proprio della Rsa Spalato, che ha consentito il salvataggio del folto gruppo di anziani non autosufficienti. La scoperta è avvenuta la settimana scorsa e riguarda una clinica che arrivare ad ospitare 78 persone – quasi tutte trovate legate –, di proprietà della Asl To1 e gestita in appalto da una cooperativa chiamata Kcs CareGiver: ma le persone indagate, considerando questo aspetto, facevano tutt’altro che “prendersi cura” degli ospiti.

Il lavoro degli inquirenti

Carabinieri

Tenere legati i pazienti in una struttura per anziani, è una misura che può essere utilizzata ma ovviamente in casi straordinari – se c’è il rischio per la loro incolumità e per quella degli altri – e previa autorizzazione. Perciò gli inquirenti stanno valutando in base alle cartelle cliniche, se le situazioni trovate nella casa di riposo, rispondessero a questi requisiti. Per il resto nella struttura era tutto a norma, perciò non è stata disposta la chiusura.

Il convegno a Torino

Proprio a Torino, sul delicato tema degli anziani legati nella case di cura, si è svolto un convegno giovedì 28 settembre nell’Aula di Palazzo Lascaris, dato che quella citata è una pratica diffusa e giustificata con la tutela degli stessi pazienti legati e degli. Il convegno era intitolato “La dignità negata. La sottaciuta vicenda – così come è stata definitiva dal Comitato Nazionale di Bioetica – della contenzione nei luoghi di cura degli anziani non autosufficienti” ed organizzato dal Consiglio regionale e dal Difensore civico della Regione Piemonte, Augusto Fierro. Lo scopo era quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul delicato argomento e soprattutto le istituzioni, i medici e gli operatori socio-sanitari che lavorano in questo ambito.

Esponente delle istituzioni

All’inizio dell’incontro è intervenuto il presidente del Consiglio regionale piemontese e presidente del Comitato regionale per i diritti umani Mauro Laus, il quale ha spiegato: “Le cause di un fenomeno così difficilmente quantificabile sono numerose: la scarsa o nulla formazione universitaria e post-universitaria, l’incremento ormai esponenziale delle persone anziane, l’aumento dei soggetti con deficit cognitivi, il tema della responsabilità medica sotto il profilo legale e assicurativo. “Ma sullo sfondo, non dimentichiamolo, vi è la profonda crisi del modello sociale che ha retto il nucleo centrale della famiglia fino a pochi anni fa – ha aggiunto l’esperto – Se gli anziani sempre più spesso vanno ‘ospiti’ nelle strutture protette è semplicemente perché o sono rimasti soli o non esiste più un familiare di riferimento. Le difficoltà economiche fanno il resto”.