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Torino, scoppia rivolta contro la polizia durante lo sfratto

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Rivolta contro la polizia a Barriera di Milano. Gli agenti eseguivano uno sfatto. I cittadini: "Fascisti chi credete di essere"

In Barriera di Milano è scoppiata una rivolta contro la polizia. Il quartiere, sorto come borgo proletario e operaio, è ad oggi il centro dell’anima multietnica della città di Torino. Qui, alcune decine di manifestanti – si parla di quaranta persone – sono scese in strada contro una pattuglia di polizia in difesa di un ragazzo gabonese, che gli uomini del commissariato di quartiere stavano ammanettando durante un controllo, che avrebbe dovuto solo accertare le condizioni per un sfratto. Il giovane, fermato dai poliziotti, sarebbe stato trovato in possesso di droga e per questo arrestato. La risposta dei cittadini esprime tutta l’esasperazione di fronte all’inasprimento dei controlli nelle zone dove è più alto il tasso d’immigrazione. Scesi in strada al grido di «fascisti chi vi credete di essere» si sono scagliati contro i poliziotti. Li hanno circondati e bersagliati. Due agenti sono rimasti feriti.

Rivolta contro la polizia

L’evento si è verificato nella mattina di martedì 11 settembre e un uomo intervenuto negli scontri, un residente di Via Cumino, è già stato processato per direttissima e sottoposto all’obbligo di firma. Per il giovane gabonese invece è stata applicata la custodia cautelare in carcere. I due agenti feriti invece, a quanto riferisce Eugenio Bravo, segretario del sindacato di polizia Siulp, hanno riportato «lesioni per oltre 20 giorni». L’episodio accade in un momento particolarmente caldo sul tema sfatti e controlli dell’immigrazione. Fresca di stampa è infatti la circolare del Viminale che chiede alle prefetture e alle forze di polizia di usare il pugno duro sugli sgomberi.

«Fascisti chi vi credete di essere»

La rivolta è iniziata tra i palazzi di corso Giulio Cesare. Lì gli agenti del commissariato stavano verificando la situazione di un alloggio su cui pende un ordine di sfratto. Nell’abitazione, dove si trovava il giovane africano, gli agenti hanno trovato della droga così è scattato l’arresto. Ma mentre i poliziotti ammanettavano i ragazzi tutto il quartiere è insorto. Alcuni hanno iniziato a prendere a spintoni i poliziotti, altri urlavano dal balcone e qualcuno pare abbia anche gettato una bicicletta dal balcone.

La sindaca: solidarietà agli agenti feriti

Dalle autorità arriva la solidarietà per gli agenti feriti. La sindaca Chiara Appendino e l’assessore alla Sicurezza, Roberto Finardi, si sono espressi in merito all’accaduto: «La Polizia di Stato, insieme a tutte le forze dell’ordine, sta svolgendo un prezioso lavoro, una fondamentale attività di controllo e presidio del territorio con efficaci ed evidenti risultati positivi nel contrasto all’illegalità e nel garantire ai cittadini sicurezza anche in quelle zone della città più difficili dal punto di vista dell’ordine pubblico. Quello dei cittadini che hanno aggredito gli agenti è stato un comportamento vergognoso e inaccettabile e ci auguriamo che resti un caso isolato. E’ bene che tutti sappiano che a Torino non esistono né zone franche, né aree dove l’illegalità è tollerata. Ringraziamo il questore Messina e tutti gli agenti di Polizia per il loro difficile e spesso gravoso impegno e lavoro quotidiano al servizio della comunità». Nessun dubbio quindi su quelle che potrebbero essere le conseguenze nel lungo periodo di questo pugno di ferro sul tema migranti; in una città che già manifesta i sintomi di una sostanziale intolleranza nei confronti di un regime di polizia sempre più soffocante.

Razzismo inverso?

Per parte sua il sindacato di polizia ha parlato di razzismo verso le forze dell’ordine«una sorta di intolleranza da parte di gruppi di extracomunitari verso la legalità e le forze di polizia». Eppure l’Onu continua a sostenere la necessità di mandare in Italia una commissione per verificare lo stato di avanzamento del razzismo nel nostro paese. Che all’organizzazione sia giunta voce delle attività di difesa di quartiere organizzate da CasaPound proprio nella città piemontese (e non solo)? O che sia forse bastata la candidatura alle scorse elezioni italiane di un partito di stampo dichiaratamente neo-fascista?