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Tragedia di Condove, frase scioccante dell'investitore

Tragedia di Condove

Una frase scioccante sarebbe stata riferita da una testimone presente sul luogo della tragedia di Condove, avvenuta lo scorso Luglio.

Non mi dispiace per nulla“. Questa è la frase che la testimone Asya Eneva, di 29 anni, fidanzata del migliore amico di Matteo Penna avrebbe riferito. Emerge in tutta la sua crudezza da uno dei verbali di interrogatorio. La giovane era a solo una quindicina di metri quando i suoi due amici, Matteo Penna ed Elisa Ferrero, vennero travolti. A travolgerli, per futili motivi fu il 51enne Maurizio de Giulio, elettricista di Nichelino. Una frase scioccante che rivela ancor di più tremendo orrore della tragedia di Condove.

La ragazza avrebbe riportato la frase in un verbale. Ricorda che inizialmente che a pronunciarla fu un uomo alto, vestito con una tuta blu. Solo più tardi avrebbe ricollegato quell’uomo all’investitore dei suoi amici. Fece questo nel momento in cui i giornali pubblicarono la sua foto. Quanto riportato dalla ragazza spinge i magistrati verso una conseguenza logica: alla base della tragedia c’era una chiara volontà di scontro da parte del conducente del Suv.

Tragedia di Condove

Secondo i magistrati la frase riportata indica dunque una volontà ferrea verso lo scontro. Secondo i magistrati era cosciente del fatto che con uno scontro avrebbe potuto provocare la morte dei due giovani. Conseguenze ignorate volutamente secondo l’accusa, e dunque accettate e volute nella loro distruttività. Si tratta di un elemento sufficiente attraverso il quale i magistrati hanno inflitto un secondo arresto al 51enne. Tra l’altro l’elettricista di Nichelino è risultato positivo all’alcool-test. Al momento dell’incidente aveva un tasso alcolico di 1,42 grammi per litro di sangue. Lui stesso avrebbe confermato di aver consumato una bottiglia di vino e una di amaro prima di mettersi alla guida del suo Suv.

Tutti elementi che hanno contribuito all’alterazione delle percezioni dell’uomo e all’investimento dei giovani. Tutto per motivi futili. Un’aggravante che si aggiunge al reato di omicidio stradale.

Difesa e accusa

Secondo gli avvocati della difesa, Vittorio Nizza e Marco Moda, non c’è stata volontà di uccidere. L’uomo al momento dell’investimento aveva la figlia in macchina. Questa avrebbe gridato “papà!” poco prima dell’incidente, quasi a volerlo risvegliare dal suo torpore. Il 51enne avrebbe detto ai difensori che non voleva uccidere.

Purtroppo De Giulio, l’elettricista di Nichelino, la perizia tecnica lo inchioda quale colpevole, senza se e senza ma. Infatti i consulenti hanno rilevato dall’esame del suo Transit diversi elementi incriminanti. L’uomo non avrebbe mai agito in nessun modo sull’impianto frenante del Suv. Né prima, né dopo l’impatto con il motociclo sul quale viaggiava la giovane coppia. Il secondo invece rivela che lo sterzo non è mai stato adoperato in alcun modo per evitare lo schianto contro la moto.

Altre testimonianze

La frase shock completa il quadro della tragedia di Condove. Si lega bene alle testimonianze di Luca Gilardi, amico di Matteo ed Elisa. Questi avrebbe riferito di non aver mai visto il Suv frenare, anzi: pare che forse abbia addirittura accelerato. Un altro testimone, Luca Pirino ha riferito di non aver sentito il rumore di alcuna frenata quel giorno, Nè di aver visto gli stop accendersi. Accorso direttamente sul luogo, Pirino avrebbe visto De Giulio defilarsi, dicendo che non era come sembrava. Gli avrebbe intimato di sedersi e aspettare l’arrivo delle forze dell’ordine. Per tutta risposta l’uomo se ne andò via, dicendo l’agghiacciante frase “non mi dispiace per nulla“.