> > Tragedia di Cutro, lo sfogo contro Meloni del cugino di una delle vittime

Tragedia di Cutro, lo sfogo contro Meloni del cugino di una delle vittime

Il funerale di una delle 73 vittime di Cutro

Alidad Shiri cerca un ragazzino di 17 anni che era sulla barca, tragedia di Cutro, lo sfogo contro Meloni del cugino di una delle vittime

Tragedia di Cutro, Fanpage pubblica lo sfogo contro Giorgia Meloni del cugino di una delle vittime. L’uomo accusa la premier di non essere venuta ad onorare le vittime in quelle ore terribili e Alidad Shiri è stato netto. E ha detto: “Siamo profondamente arrabbiati e tristi. La presidente Meloni poteva almeno fare un salto, siamo rimasti fino alle nove di sera ad aspettare”. E ancora: “Abbiamo sperato fino all’ultimo che passasse almeno un ministro, a fare un saluto”.

Il cugino di una delle vittime contro Meloni

“Poi ho visto il comunicato che ha mandato ai giornalisti sull’invito, ma noi familiari non abbiamo ricevuto niente”. Shiri era arrivato a Cutro dopo una tragica telefonata della sua famiglia partendo da Bolzano. Lui cercava e cerca suo cugino Atiqullah, 17 anni. Il giovane era proprio sulla barca naufragata e sarebbe ancora nel novero dei dispersi. La vicenda umana del cugino che oggi lo cerca è simile a quella del 17enne disperso: ha una storia simile, vicenda divenuta un libro: “Via dalla pazza guerra”. L’uomo è partito dall’Afghanistan ed oggi è impegnato in un centro per minori a Bolzano, “fa l’educatore, il giornalista e gira le scuole d’Italia per sensibilizzare i più giovani”. Ha detto Alidad: “Sono andato a Cutro una settimana fa a cercare mio cugino, che si trovava sulla nave. Aveva 17 anni. Mi ha chiamato sua sorella dall’Iran, io neanche sapevo fosse partito. Mi ha chiesto di andare a Crotone. Ho cercato ovunque, dalla polizia scientifica, all’ospedale, al centro di accoglienza. Al momento è ancora tra i dispersi”.

“Sono rimasto per aiutare le famiglie”

E poi: “Sono rimasto una settimana a Cutro anche per aiutare i familiari degli altri naufraghi, ho cercato di fare da interprete e di dare loro un po’ di forza morale. La situazione è molto difficile. C’era una famiglia di ventuno persone che erano sulla nave. Cinque sono sopravvissuti, dieci sono morti e sei sono tra i dispersi. Ho cercato di stargli vicino”.