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Tragedia Rigopiano, indagate 23 persone tra cui l'ex Prefetto di Pescara

tragedia rigopiano

Per la tragedia Rigopiano sono stati inviati 23 avvisi di garanzia contro altrettante persone tra cui l'ex prefetto di Pescara Francesco Provolo.

Novità sulla tragedia Rigopiano, avvenuta il 18 gennaio scorso e che è costata la vita a 29 persone. La Procura di Pescara ha inviato 23 avvisi di garanzia contro altrettante persone. Tra gli indagati, spicca il nome dell’ex Prefetto di Pescara: Francesco Provolo. Altri nomi sono quelli del sindaco Ilario Lacchetta, e del presidente della Provincia Antonio di Marco. Questi due, erano già finiti sotto indagine prima dell’estate.

Tragedia Rigopiano Prefetto

Il nome dell’ex Prefetto Francesco Provolo, nella lista delle persone che hanno ricevuto poche ore fa l’avviso di garanzia della procura di Pescara per la tragedia Rigopiano, è il più altisonante. L’accusa per Provolo, che di recente è stato trasferito all’Ufficio centrale ispettivo del Dipartimento dei vigili del fuoco, è molto grave: omicidio colposo plurimo, e di lesioni colpose plurime. Un trattamento analogo viene fatto dai magistrati anche a Ida De Cesaris (dirigente) e a Leonardo Bianco (capo di gabinetto della Prefettura). Invece, sospiro di sollievo per la funzionaria dell’Unità di crisi, che ha ricevuto le telefonate di allerta dopo la valanga e le scambiò per uno scherzo. Decisive sono state le informazioni interne, che le comunicarono che all’hotel Rigopiano non era successo niente di drammatico.

Secondo i carabinieri forestali di Pescara, che hanno gestito le indagini, la Prefettura si attivò in maniera colpevolmente tardiva nell’aprire il Centro coordinamento soccorsi e l’Unità di crisi. Infatti, lo ha fatto solo dopo le 12 di quel maledetto 18 gennaio, ossia il giorno stesso della tragedia Rigopiano. Giunti a questo punto, la Prefettura non era più in forze per gestire tutte quelle emergenze che si erano accumulate proprio come la neve, come ad esempio il guasto alla turbina sgombraneve. Soltanto alle ore 18,28, quindi circa un’ora dopo che l’hotel a Rigopiano era stato sommerso dalla valanga, è stato chiesto l’intervento del personale e delle attrezzature dell’esercito per lo sgombero delle strade.

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Avviso di garanzia

Sull’avviso di garanzia si legge che “Il prefetto e i due dirigenti determinavano le condizioni per cui la strada provinciale dall’Hotel al bivio Mirri, lunga 9,3 km, fosse impercorribile per ingombro neve, di fatto rendendo impossibile a tutti i presenti (40 persone tra ospiti e personale) di allontanarsi, tanto più in quanto allarmati dalle scosse di terremoto”.

Tragedia Rigopiano indagati

Sono finiti nell’elenco degli indagati anche cinque dirigenti ed ex dirigenti della Regione Abruzzo. Si tratta di Pierluigi Caputi, che è stato direttore dei Lavori pubblici fino al 2014, Carlo Giovani, dirigente della Protezione civile, Sabatino Belmaggio, che ha ricoperto il ruolo di responsabile del rischio valanghe fino al 2016, Vittorio Di Biase, che è stato direttore Dipartimento opere pubbliche fino al 2015, e Emidio Rocco Primavera, direttore dello stesso Dipartimento ancora adesso in carica. Il loro coinvolgimento nell’indagine sulla tragedia Rigopiano è causato dalla mancata realizzazione della Carta di localizzazione del pericolo da valanga, che in Abruzzo è attesa addirittura dal lontano 1992.