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Tragedia Rigopiano, nuove drammatiche testimonianze del disastro

tragedia rigopiano

Tragedia Rigopiano, sono emersi nuovi drammatici dettagli dai faldoni dell'inchiesta. Foto ed intercettazioni rendono più nitido il disastro.

Dai faldoni degli atti dell’inchiesta sulla tragedia Rigopiano emergono nuove testimonianze che ci rendono più chiari quei drammatici momenti. Ci sono 24 foto, scattate dalle vittime con il proprio cellulare, e soprattutto le intercettazioni telefoniche. Da queste ultime, che sono centinaia, emerge il panico e le difficoltà organizzative che colpirono le autorità locali. Il disastro, avvenuto il 18 gennaio 2017, costò la vita a 29 persone. Diversi gli indagati, 23 in tutto, per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.

Tragedia Rigopiano intercettazioni

Paolo D’Incecco, ingegnere e responsabile della Protezione Civile della Provincia di Pescara, era già in difficoltà al mattino di quel 18 gennaio. Aveva problemi di salute, e doveva gestire la situazione di emergenza neve. Mauro Di Biaso, suo collega, gli telefona alle 8,23 per fare il punto della situazione, parlando anche dell’hotel Rigopiano. Era stata segnalata l’emergenza, ma sembra che si voglia dare la precedenza a Farindola. Non erano consapevoli della tragedia Rigopiano.

A mezzogiorno Paolo D’Incecco riceve una telefonata da parte del presidente della Provincia, Antonio Di Marco, che gli fa presente della pericolosa situazione dell’hotel Rigopiano. “C’è gente che può morire” viene urlato al responsabile della Protezione Civile della Proincia di Pescara. A quel punto, D’Incecco, conscio dell’insufficienza delle forze, chiede che sia coinvolto l’esercito nelle operazioni di soccorso.

Il prefetto Francesco Provolo, però, non ritiene necessario l’ausilio di soldati. Silvina Sarra, consigliera provinciale, al telefono con Paolo D’Incecco ha affermato che il prefetto “sta sottovalutando lo stato di emergenza”.

In una nota del giorno prima mandata alla Presidenza del Consiglio e al Viminale, il prefetto aveva dichiarato di aver convocato il 16 gennaio il Centro di Coordinamento soccorsi per il maltempo che ha colpito il Pescarese. Secondo le testimonianze raccolte dagli inquirenti, invece, il Centro è stato attivato “non prima delle 12 del 18 gennaio”. Un ritardo che ha colpevolmente reso il coordinamento delle operazioni più difficoltoso.

Alle 16.45 circa la valanga spazza via l’Hotel, ma solo alle ore 18,30 se ne si accorgerà a Pescara. L’Ingegnere D’Incecco, nel mentre, è bersagliato dalle telefonate dei sindaci, perché ognuno di essi chiede uno spalaneve. Il primo cittadino di Sant’Eufemia, Francesco Crivelli, riesce a convincerlo. D’incecco, quindi, decide di inviargli la turbina prestata d’urgenza da Autostrade per l’Italia. Ma ben presto, il responsabile della Protezione Civile si accorge di aver fatto la scelta errata.

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Tragedia Rigopiano foto

Dai faldoni dell’indagine sono emerse delle foto esclusive. Sono state scattate con i cellulari proprio dalle vittime intrappolate nell’hotel della tragedia Rigopiano. Immortalano un attimo di disperazione e paura. Un attimo che avrebbe dovuto avere altro tenore, con le decorazioni di Natale ancora presenti negli spazi dell’hotel. Dai 24 scatti si avverte bene il senso di essere prigionieri. Fuori dalle finestra c’è uno sfondo bianco che separa dalla vita.