> > Trapianto di cuore, muore 60enne a Roma: indagati 5 medici

Trapianto di cuore, muore 60enne a Roma: indagati 5 medici

Trapianto di cuore

Trapianto di cuore, avviate le indagini della Procura di Milano nei confronti di 5 medici, sul decesso di un 60enne avvenuto all'Ospedale San Camillo di Roma.

Trapianto di cuore, dopo la morte del 60enne sottoposto a trapianto sono stati indagati 5 medici. La morte era avvenuta circa un anno fa all’ospedale San Camillo di Roma. Il cuore trapiantato era stato prelevato a un uomo di 48 anni di Milano, deceduto a seguito di un attacco cardiaco. La Procura di Milano ha disposto un “accertamento irripetibile” presso l’istituto di Medicina Legale di Padova per verificare la presenza di lesioni pregresse sull’organo, che avrebbero potuto causare il decesso.

Trapianto di cuore: morto

Trapianto di cuore, avviate le indagini della Procura di Milano. Risultano nel registro degli indagati 5 medici, di cui due dell’Ospedale San Raffaele di Milano e due del San Camillo di Roma. La morte dell’uomo, un cardiopatico di 60 anni, è avvenuta circa un anno fa a seguito di un’operazione di trapianto di cuore. L’organo era stato spiantato all’Ospedale San Raffaele di Milano, cui spettava l’obbligo della valutazione medica sulla sua idoneità. Successivamente è stato fatto recapitare al San Camillo di Roma, dove è avvenuto il trapianto di cuore.

La vicenda

Il donatore dell’organo era un uomo di 50 anni deceduto a seguito di un attacco cardiaco. L’uomo aveva dato il consenso all’espianto degli organi quando era ancora in vita. Il cuore dell’uomo è stato valutato come idoneo dall’equipe medica dell’Ospedale San Raffaele, che ha successivamente inviato lo stesso al San Camillo di Roma. Qui era in attesa del trapianto di cuore un uomo di 60 anni affetto da cardiopatia. Una volta avvenuto il trapianto di cuore, trascorsi due giorni dall’operazione l’uomo è deceduto. L’autopsia ha confermato che la morte era da collegare al trapianto di cuore.

Le indagini della procura

La procura ha aperto un fascicolo per “omicidio colposo”. Sin da subito sono state avviate tutte le verifiche interne per ricostruire l’accaduto. Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta a carico di ignoti che oggi ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati 5 medici, di cui 2 del San Raffaele e 3 del San Camillo. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha definito questo caso “un errore tragico e inaccettabile, cercheremo di capire se e dove c’è stata una falla, e dove intervenire”. Secondo quanto dichiarato dal direttore dell’unita’ di cardiochirurgia del San Camillo, Francesco Musumeci il cuore era in condizioni perfette, sano e con tutti i parametri per poter essere essere impiantate”.

I medici indagati

Quanto sostenuto dal direttore dell’unita’ di cardiochirurgia del San Camillo è stato confermato anche dal direttore del Centro Nazionale trapianti (Cnt) Alessandro Nanni Costa: “Il cuore trapiantato nell’uomo che è deceduto dopo un trapianto dalla coronarografia era risultato normale, cioè nelle condizioni di essere trapiantato. Il donatore aveva auto un arresto cardiaco in una piscina – ha detto – ma successivamente aveva ripreso a battere normalmente”. Tali circostanze sembrerebbero però essere smentite dal fascicolo aperto dalla Procura di Milano nel quale oggi per motivi tecnici sono stati iscritti 5 medici indagati. Non ci resta che aspettare per capire se si tratta dell’ennesima storia di malasanità.