> > Trapianto di menisco: quando è necessario farlo

Trapianto di menisco: quando è necessario farlo

Trapianto di menisco

Andiamo a vedere tutte le novità ed i consigli per quanto riguarda il trapianto del menisco, un'importante struttura fibrocartilaginea, posta all'interno dell'articolazione del proprio ginocchio.

Oggi parleremo del trattamento necessario per curare il menisco lesionato, con un vero e proprio trapianto accurato. Il menisco è un’importante struttura fibrocartilaginea, situato all’interno dell’articolazione del ginocchio.

Infatti in ogni ginocchio è presente un menisco interno – chiamato appunto mediale ed uno esterno – laterale, interposti entrambi tra il femore e la tibia, due strutture molto importanti che contribuiscono ad una migliore distribuzione del peso corporeo soprattutto sullo strato di cartilagine che ricopre le superfici delle articolazioni.

Le fratture del menisco sono molto frequenti, soprattutto sui giovani che praticano diversi tipologie di sport; tali lesioni vanno distinte da quelle degenerative.

I menischi hanno numerose ed importanti funzioni, quali:

  • trasmettono i carichi;
  • contribuiscono alla stabilità articolare;
  • migliorano la congruenza articolare;
  • hanno funzioni propriocettive;
  • hanno la funzione di assorbire gli shock legati agli sforzi e dell’ attività sportiva.

Il menisco svolge delle funzioni davvero molto importanti, in grado di trasmettere i carichi di peso sul proprio corpo e a sua volta alla stabilità di tutte le articolazioni, delle funzioni propricettive- ovvero la caopacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, e tutte quelle funzioni di assorbire gli shock legati agli sforzi e dell’attività fisica svolta

Il trapianto di menisco

L’intervento del menisco è una fase davvero molto delicata, chiamata anche meniscectomia, ed è una tecnica che prevede l’innesto di menisco da un donatore deceduto al paziente per tentare di rallentare il processo di degenerazione artrosica nel ginocchio dei soggetti che hanno subito interventi di meniscectomia.

Infatti tutti i menischi dei donatori sono conservati in vere e proprie banche del tessuto muscoloscheletrico, e una volta che è stato scelto e trapiantato al paziente adatto, viene fissato ai tessuti molli intrarticolari già presenti sul tessuto scheletrico.

Una volta fatto tutto ciò, permette di salvare un ginocchio destinato ad una rapida degenerazione artrosica, con rischi infettivi dell’operazione decisamente sono molto bassi rispetto agli altri tipi di intervento.

Fase riabilitativa

Per completare il tutto, l’intervento necessita di un adeguata fase riabilitativa, che prevede diverse fasi attraverso le quali il paziente viene riportato all’attività sportiva dopo vari mesi dall’intervento chirurgico:

1°FASE (2° settimana): tutore articolato 0°-20°, con del carico non concesso;

2°FASE (2° e 3° settimana): tutore articolato 0°-60°, carico concesso al 20%.

3°FASE III (fino all’8°settimana ): tutore articolato 0°-90°, aumento progressivo di carico.

4°FASE IV: (fino alla 12° settimana): catena cinetica cinetica aperta.

5°FASE: (dalla 12°in poi): catena cinetica aperta.

6°FASE: Il paziente ritorna all’attività sportiva a 6/8 mesi dall’intervento.

L’intervento chirurgico è eseguito con delle tecniche all’avanguardia e tecniche che prevedono l’utilizzo di strumentazioni adeguate. Infatti durante la prima fase viene eseguita la preparazione del muro meniscale nel compartimento interessato, con un apparecchio motorizzato, eseguendo 2 tunnel tibiali da 4.5 mm mediante l’utilizzo di compasso in senso caudo craniale e antero posteriore.

Durante la seconda fase viene eseguita l’introduzione dei fili di trazione del neo menisco con tecnica out-in, e una volta posizionato il menisco, si eseguono, nella terza fase delle piccole incisioni laterali o mediali attraverso le quali verranno introdotti altri fili non riassorbibili, mediante tecniche out-in.

Nella quarta fase viene fissata tutta la struttura del menisco, ancorando il tutto mediante i fili di trazione, che vengono uniti all’uscita inferiore dei tunnel tibiali, mentre il corpo meniscale viene fissato con i fili inseriti durante la terza fase.