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Subisce trapianto di reni ma dopo due settimane muore di legionella

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Un uomo di 59 anni è morto di legionella domenica scorsa all'ospedale Sant'Orsola di Bologna. A settembre aveva subito un trapianto ai reni.

Un uomo di 59 anni è morto domenica scorsa a Bologna all’ospedale Sant’Orsola. A causare il decesso è stata la legionella. Il particolare è che il paziente il 7 settembre era stato sottoposto ad trapianto renale doppio. Il policlinico ha informato del decesso la Procura della Repubblica. Nel post operatorio, il paziente è stato ricoverato nella Terapia intensiva Trapianti, e il giorno dopo nella Terapia intensiva di Nefrologia. Il 23 settembre, per un peggioramento della funzione renale e respiratoria, era stato riportato nel primo reparto, per assistenza ventilatoria. Purtroppo le cure non hanno avuto effetto.

Morte dopo trapianto

La situazione è purtroppo scottante per l’ospedale. Quindi è stata aperta un’indagine per omicidio colposo. I pm hanno mandato i Nas al Sant’Orsola per acquisire tutta la documentazione medica. Nei prossimi giorni sulla salma, custodita all’obitorio, verrà effettuata l’autopsia per meglio chiarire le dinamiche della morte del povero paziente.

Le indagini dovranno appurare dove e come il paziente ha contratto l’infezione. Questo è il punto cruciale. Il policlinico spiega che le indagini radiologiche eseguite risultavano compatibili con il sospetto diagnostico di polmonite bilaterale, mentre gli accertamenti microbiologici erano positivi per la ricerca di Legionella pneumoniae. A questo punto sono scattate le terapie antibiotiche per cercare di salvare il paziente, ma gli sforzi dei sanitari non hanno dato il risultato sperato. L’uomo era in lista d’attesa dal 2016. Il periodo immediatamente successivo i trapianti di organi è sempre molto delicato, perché in genere i pazienti si trovano in una condizione di debolezza del sistema immunitario, e perciò aumenta il rischio di infezioni.

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Stabilire momento contagio

Ora bisogna stabilire se la trasmissione del batterio sia precedente al trapianto o meno al ricovero nella struttura. Il Sant’Orsola fa sapere che nell’ospedale è presente un programma di controllo del rischio legionella. Infatti le reti idriche di distribuzione dell’acqua calda sono dotate di un sistema di disinfezione a base di biossido di cloro. Il livello di biossido di cloro è controllato quotidianamente da una ditta esterna incaricata. Inoltre, nel padiglione 15, dove è collocata la terapia intensiva di Nefrologia, e nel padiglione 5, in cui si trova la terapia intensiva per il trapianto, sono attivi due sistemi completamente autonomi di disinfezione dell’acqua calda, provvisti di una produzione e un dosaggio automatico di biossido di cloro.

Massima disponibilità ospedale

La direzione del Policlinico riferisce di aver incontrato martedì mattina i famigliari, esprimendo loro le condoglianze più sentite dell’ospedale. Ha poi affermato di garantire la massima disponibilità per contribuire a ricostruire, per quanto di propria competenza, le cause di quanto successo allo sfortunato paziente. A questo punto dobbiamo sperare che si tratti di destino, e non di malasanità, che troppe volte, ultimamente, sta finendo sulle pagine dei giornali, e un po’ fa vacillare la nostra fiducia.