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Profughi, corso di dialetto per integrazione a Treviso

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La singolare proposta è arrivata da Abdallah Khezraji, 50 anni, italiano di origine marocchina, ex vicepresidente della Consulta regionale per l’immigrazione e socio fondatore della cooperativa multietnica e multiculturale Hilal, il quale organizza corsi di dialetto trevigiano per richiedenti ...

La singolare proposta è arrivata da Abdallah Khezraji, 50 anni, italiano di origine marocchina, ex vicepresidente della Consulta regionale per l’immigrazione e socio fondatore della cooperativa multietnica e multiculturale Hilal, il quale organizza corsi di dialetto trevigiano per richiedenti asilo per facilitarne il processo d’integrazione. Egli infatti fa presente che a Treviso ci sono kosovari o venditori ambulanti – i famosi “vu’ cumprà”“che parlano il dialetto meglio dell’italiano”. “E’ vero che prima di tutto chi arriva in Italia deve imparare l’italiano – afferma Khezraji – ma crediamo che se vogliamo integrare al meglio i profughi, dar loro un’infarinatura della vera lingua parlata dalle persone con cui vengono a contatto ogni giorno possa aiutarli non solo a integrarsi meglio, ma anche a capire gli aspetti sociali e culturali della società che sta dando loro ospitalità”. La Cooperativa Hilal sta lavorando a questo progetto già da due mesi, in collaborazione con l’Auser di Treviso. I corsi si tengono appunto nella sede di quest’ultima, al “Binario 1”, uno spazio sociale gestito dall’Anpi, e nelle strutture delle associazioni Libera, Cittadinanza Attiva, Rete Studenti Medi, Cittadinanza Attiva, UDI (Unione Donne in Italia) e SPI (Sindacato Pensionati Italiani della CGL), dove come già accennato non si tengono soltanto corsi di lingua ma anche di cultura.