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Tribunale Bari a rischio crollo: udienze in tenda

Processo Uva

Il Tribunale Bari è stato dichiarato inagibile perché alcune parti dell'edificio potrebbero crollare. Le udienze si fanno in tenda.

Bari è tra le prime 5 città scelte per la sperimentazione 5G ma ciò non basta per dichiarare la città all’avanguardia. La Regione Puglia, infatti, ha dichiarato inagibile il Tribunale di Bari. E così avvocati e magistrati sono costretti a svolgere i processi sotto delle tende messe a disposizione della Protezione Civile. Il sindaco Antonio Decaro chiede lo stato di emergenza.

Il Tribunale di Bari è inagibile

Pochi giorni fa la Regione Puglia, su indicazione del procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, e del presidente del Tribunale, Domenico De Facendis, ha dichiarato l’inagibilità del Tribunale del capoluogo pugliese. A monte di tale provvedimento un’inchiesta condotta dalla Procura di Bari. I magistrati indagano infatti su presunte violazioni delle norme relative alla sicurezza sul lavoro. Al Palazzo di Giustizia di via Nazariantz sarebbero state segnalate infatti diverse criticità strutturali. Il rischio è che parte dell’edificio crolli.

Una indagine simile era stata aperta anche nel 2010 ma successivamente archiviata nel 2012 a seguito di lavori di consolidamento nell’edificio. A quanto pare, però, questi lavori oggi sono considerati totalmente inutili. Sulla base di una relazione tecnica depositata dall’Inail, è stato quindi emesso un atto di sgombero del Tribunale.

I processi però non possono attendere l’eventuale ristrutturazione del Palazzo di Giustizia barese. Il vicepresidente della Regione Puglia, Antonio Nunziante, si è quindi coordinato con la Protezione Civile affinché venissero montate delle tensostrutture. Dopo un sopralluogo, la Protezione Civile ha stabilito che tre tende sarebbero state sufficienti, una delle quali si estenderà per ben 200 metri quadrati. Le altre due tensostrutture saranno invece grandi 75 metri quadrati ognuna.

I processi sotto le tende

Sotto le tende della Protezione Civile si svolgeranno solo le udienze di rinvio dei processi penali ordinari. Tutte le altre, invece, saranno dirottate nelle altre sedi giudiziarie di piazza De Nicola e Bitonto. Ciò ovviamente non basta per placare gli animi di avvocati e magistrati. Nella giornata di ieri, 28 maggio, hanno marciato per le vie di Bari insieme agli addetti alle cancellerie del Tribunale affinché il Ministero della Giustizia trovi al più presto una soluzione.

L’impasse governativo non aiuta ma il procuratore Giuseppe Volpe ricorda: “Il Ministero ha ricevuto informazioni e inviti continui a rimediare ai problemi segnalati, da almeno 15 anni se non di più. – aggiungendo – Ora i pm dovranno lavorare a rotazione”.

Decaro chiede stato di emergenza

Il sindaco di Bari Antonio Decaro, al termine della manifestazione degli operatori di giustizia, chiarisce che “a questa testimonianza di composta ma ferma protesta civile si deve rispetto, ma anche una risposta”. “Diventa allora indispensabile uno specifico provvedimento legislativo. Questo dovrà essere il primo dossier del nuovo governo, qualunque esso sia” puntualzza.

Decaro chiede infatti “una sede unitaria che possa accogliere tutti gli uffici giudiziari penali, anche se comunque provvisoria, in attesa della realizzazione della soluzione definitiva del polo della Giustizia”. “Lo Stato non può restare indifferente. – prosegue il primo cittadino – Per questo insisto nella richiesta che venga dichiarato lo stato di emergenza che permetterebbe di intervenire con rimedi eccezionali nel più breve tempo possibile”.