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Tritolo per uccidere procuratore Napoli. Pentito rivela utilizzo esplosivo sequestrato in Puglia

Il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo durante una conferenza stampa

Il 29 Aprile 2016, la Polizia di Bari sequestrò ingenti quantità di Tritolo a Gioia del Colle, piccola cittadina del barese. A cosa questo tritolo servisse, non era ancora stato chiarito, fino ad oggi: sembra infatti che, un pentito facente parte della cosca mafiosa della Sacra Corona Unita, ab...

Il 29 Aprile 2016, la Polizia di Bari sequestrò ingenti quantità di Tritolo a Gioia del Colle, piccola cittadina del barese.

A cosa questo tritolo servisse, non era ancora stato chiarito, fino ad oggi: sembra infatti che, un pentito facente parte della cosca mafiosa della Sacra Corona Unita, abbia confessato che tale tritolo sarebbe servito per uccidere in un attentato il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo.

Il collaboratore di giustizia ha dichiarato che, ai tempi della sua detenzione datata 2015, sarebbe venuto a conoscenza dell’attentato parlando con alcuni membri della Camorra che erano in carcere insieme a lui.

L’attentato avrebbe dovuto svolgersi a Gioia del Colle, presso l’abitazione di Giovanni Colangelo.

Il clan organizzatore avrebbe seguito i movimenti del Procuratore far la Puglia e la Campania, decidendo che un attacco alla residenza sarebbe stato efficace per attentare alla sua vita.

I 550 grammi di tritolo sequestrati furono trovati sotto un albero posto di fronte al cancello della residenza del boss Amilcare Monti Condesnitt che fu fermato insieme con il suo braccio destro Francesco Paolo Ciccarone, quarantenne di Santeramo in Colle (Bari), Antonio Saponaro, di 35 e Paolo Paterno, di 33 di Bari e Giuseppe Piscopo, di 24 di Bitonto (Bari).