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Troppi detenuti al 41 bis per il Garante: “Misure inutilmente dure che non spezzano i legami con la criminalità”

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Per il Garante delle persone private delle libertà personali, sono troppi i detenuti al 41 bis. Da eliminare, poi, le misure troppo dure.

Troppi detenuti al 41 bis: a denunciarlo è il Garante delle persone private delle libertà personali. Per il Garante, è necessario eliminare tutte le misure esecutive che non servono a troncare di netto i legami dei reclusi con le organizzazioni criminali di appartenenza e che, di conseguenza, appaiono inutilmente severe.

Troppi detenuti al 41 bis per il Garante: il report

Il Garante delle persone private delle libertà personali ha realizzato un report sul 41 bis, prodotto dopo aver visitato le 60 sezioni dedicate di 12 carceri. Le principali sezioni si trovano presso il penitenziario de L’Aquila e ospitano 150 prigionieri. Durante le visite, sono emerse in modo evidente tutte le criticità che accompagnano la funzione rieducativa della pena.

Illustrando il rapporto in conferenza stampa, il presidente del Garante delle persone private delle libertà personali Mauro Palma ha ribadito che sia “doveroso” poter contare su un sistema capace di spezzare i legami con le organizzazioni criminali ma ha anche sottolineato che le “singole misure con cui si dà attuazione al 41 bis a volte non corrispondono per niente a questa ratio e sono solo misure di durezza per rispondere a un desiderio dell’opinione pubblica“.

Misure inutilmente dure che non spezzano i legami con la criminalità: il caso Cospito

In occasione della conferenza stampa dedicata al report, Palma si è anche soffermato sul caso di Alfredo Cospito, unico anarchico detenuto in regime di 41 bis. Gli altri detenuti che condividono il medesimo status, infatti, sono boss mafiosi e sodali della criminalità organizzata, fatta eccezione di tre brigadisti.

A Cospito, il presidente del Garante ha chiesto di interrompere lo sciopero della fame e ricominciare a nutrirsi, sottolineando anche che con le sue gesta l’anarchico ha riaperto il dibattito su temi delicati e importanti. Al mondo della politica italiana, invece, è stato chiesto di “percorrere tutte quelle vie che non negando con un atto di imperio le decisioni della magistratura diano soluzione al problema individuale”.

Al momento, in Italia, sono 740 – incluse 12 donne – le persone in regime detentivo speciale del 41 bis. Numero rimasto pressoché stabile durante gli ultimi dieci anni. Di questi, 234 sono persone tra i 60 e i 69 anni mentre 87 sono over 70. La maggior parte dei detenuti, 613, ha ricevuto una condanna definitiva mentre altri 121 sono in misura cautelare e 6 sono reclusi in misura di sicurezza. Circa 200 stanno scontando l’ergastolo mentre 250 scontano pene temporanee.