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Trova ordigno bellico e lo porta a casa: la bomba esplode. Muore 35enne

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Ordigno bellico ritrovato da un vacanziere in Valcamonica. Lo porta a casa e lo prova ad aprire. L'ordigno ancora attivo esplode. Muore 35enne.

Ordigno esplode in Valcamonica

Va in vacanza e purtroppo ci lascia la vita. Questa è’ la storia di Alessandro Marini 35enne di Milano divorziato. Era in vacanza in Valcamonica quando, durante una passeggiata, ritrova un ordigno bellico. Invece di avvertire chi di competenza lo tiene per se come souvenir. Lo porta nella sua villetta a Vezza d’Oglio e lo ripone in garage. Pensando che la bomba fosse disinnescata ha iniziato ad aprirla e l’ordigno ancora attivo esplode. Alessandro esce dal garage ferito gravemente, si accascia al suolo e muore. L’esplosione ha procurato anche danni alla casa. Il garage distrutto. Sul posto sono arrivati subito carabinieri, vigli del fuoco ed artificieri. Purtroppo però il danno ormai era fatto. Le case vicine alla villetta sono state evacuate per permettere la verifica delle agibilità. Si può perdere la vita per una curiosità?

Bomba o ordigno

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E’ un dispositivo meccanico all’interno del quale è inserito un composto chimico. Sono costruite con un metallo contenente un esplosivo in grado di esplodere. Questi dispositivi quando esplodono producono schegge e quindi servivano all’esercito per l’uccisione di popolazioni avversarie. Se l’ordigno non produce schegge viene definito mina terrestre ed è usato maggiormente nelle miniere. Il termine bomba o ordigno deriva dal latino bombus che si riferisce al suono boom per indicare il rumore di uno scoppio.

Ordigni inesplosi

L’Italia purtroppo è disseminata di ordigni non esplosi. L’esercito italiano compie ogni anno circa 3000 interventi per disinnescare ordigni ritrovati. Alcune bombe invece esplodono. Nel 2013 ci sono stati 11 ferimenti gravi. Tre nei primi mesi del 2014. Spesso anche se la bomba è esplosa potrebbe contenere al suo interno ancora un 10% di esplosivo non esploso. Quindi una bomba su quattro è ancora pericolosa. E’ frequente anche il ritrovamento di bombe a mano. Le bombe che si trovano sepolte sotto il terreno sono maggiormente quelle lanciate da aerei. Possono raggiungere anche 8 metri di profondità. E’ quasi certo che dove viene ritrovata una bomba aerea ci deve essere stato un bombardamento. Ne consegue che potrebbero esserci anche altri ordigni disseminati. In questo caso la bonifica va ampliata. Spesso gli ordigni inesplosi vengono ritrovati quando si scava per la costruzione di palazzi.

Ritrovamenti di bombe inesplose

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Il ritrovamento e disinnesco di una bomba comporta un lavoro non indifferente. Va bonificata la zona, messo al sicuro le persone, far intervenire la Protezione Civile. I costi di queste operazioni sono elevati. A Civitavecchia è stata ritrovata una grande bomba al fosforo. E’ stata ripescata nelle acque del porto dai sub di una società privata. Una piccola granata è stata notata da un passante nel prato del bar al Foro Italico di Roma. A qualche centinaio di metri dalla spiaggia di Tarquinia è stato ritrovato un ordigno della seconda guerra mondiale. Una bomba da 226 chilogrammi a 12 metri di profondità. A Castiglione del lago due ordigni ritrovati. Uno vicino al Trasimeno ( bomba aerea) ed uno nel bosco di Vitellino (bomba a grappolo). Nel ghiacciaio della Marmolada con il ritiro a causa della siccità è stato ritrovato un ordigno della guerra mondiale. Sono riemersi anche linee di filo spinato, baracche ed ordigni.

Ordigni in mare

Gli ordigni affondati nei mari italiani sono pericolosi sia per l’ambiente che per i pescatori. Molti di questi sono rimasti intossicati ed ustionati dalle esalazioni delle armi chimiche portate a galla con le reti. Nell’Adriatico è stato stimato che almeno ventimila residui bellici a carica chimica sono presenti in quattro aree. A Molfetta sono stati ritrovati 11 ordigni all’iprite corrosi. A Bari nel 1943 affondò una nave con a bordo 15000 bombe aeree all’iprite. Gli ultimi residui risalgono al 1999 dopo i bombardamenti della Nato sulla Jugoslavia.

Come comportarsi davanti ad un ordigno

Molto spesso a ritrovare ordigni sono i bambini. Giocando nei campi, scavando e curiosando corrono più rischi rispetto a chi vive in città. Anche se ci sono bonifiche dell’esercito ancora la situazione non è fuori pericolo. Bisogna sensibilizzare i ragazzi informandoli e documentandoli sui rischi che si corrono. Loro non avendo vissuto la guerra non sanno cosa sono e quanto possono essere pericolosi. Nelle scuole potrebbe essere fatte delle campagne per la sensibilizzazione e la prevenzione del problema. Va inoltre intensificata la bonifica che deve diventare sistematica. I costi ci sono e sono elevati ma meglio pagare una bonifica che dover pagare pensioni di guerra sotto forma di indennizzo. Queste bonifiche devono essere effettuate solo da personale specializzato e non da semplici privati. Molto spesso chi ritrova ordigni mentre costruisce case non vuole spendere e li butta da un’altra parte. Mi raccomando attenzione e chi si trova in tali situazioni come Alessandro avvisare subito le autorità competenti. Meglio una vita oggi che un ordigno come souvenir domani.