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Trump cambia idea: il 12 giugno incontrerà la Corea del Nord

Annunciato il vertice tra Donald Trump e Kim Jong-un

Il presidente americano di nuovo ottimista dopo l'incontro con l'emissario nordcoreano: "Inizieremo un percorso".

Si assiste all’ennesimo riavvicinamento tra Stati Uniti e Corea del Nord. Donald Trump ha infatti compiuto una marcia indietro rispetto alle recenti dichiarazioni e ha affermato che il meeting con il leader nordcoreano Kim Jong-un, inizialmente previsto per il 12 giugno 2018 a Singapore, si terrà regolarmente. La decisione arriva in seguito all’annuncio della cancellazione del meeting reso pubblico in data 24 maggio dal presidente americano tramite una lettera aperta in cui accusava la Corea del Nord di “tremenda rabbia e forte ostilità“, aggiungendo che il mondo e lo stesso Paese asiatico avevano perso “una grande chance per una pace duratura”. Nei giorni successivi, tuttavia, le due nazioni avevano ripreso un lavoro diplomatico concretizzatosi nella visita a New York dell’emissario nordcoreano Kim Yong-chol, che ha incontrato il segretario di stato Mike Pompeo nel meeting di più alto profilo tra i due paesi negli ultimi 20 anni. Kim Yong-chol si è poi riunito con Donald Trump, a cui ha consegnato una lettera contenuta da una grande busta che il presidente americano ha però ammesso di non avere ancora letto, limitandosi a dire che si trattava di “una lettera molto interessante“.

Usa-Corea del Nord, il meeting ci sarà

Arriva una nuova marcia indietro da parte di Donald Trump, questa volta all’insegna di un’apertura verso la Corea del Nord. Il 24 maggio 2018 il presidente americano aveva pubblicato una lettera aperta in cui affermava la sua volontà di cancellare il meeting con il leader nordcoreano Kim Jong-un previsto per il 12 giugno a Singapore.

La decisione di Trump era stata motivata da quello che lui definiva un atteggiamento da parte dei nordcoreani di “grande rabbia e forte ostilità”, affiancato da una minacciosa chiosa sul potenziale nucleare dei due paesi: “Il nostro è così grande e potente che prego Dio che non venga mai utilizzato”.

Trump si era poi detto rammaricato per la “grande chance per una pace duratura e prosperità” che la Corea e il mondo intero avevano perso. Una mossa che sembrava indicare una netta chiusura, velocemente però ribaltata nei giorni successivi, nei quali è continuato il dialogo diplomatico tra gli asiatici e gli americani.

In questa ottica, è stato molto importante la missione dell’emissario della Corea del Nord Kim Yong-chol, che si è recato in visita a New York con l’obiettivo di incontrare il segretario di stato americano Mike Pompeo.

Il meeting ha dato risultati positivi, tanto che Kim Yong-chol è stato poi ricevuto alla Casa Bianca da Donald Trump stesso, in un vertice durato quasi un’ora e mezza. Al termine dell’incontro il leader statunitense ha dichiarato ai giornalisti: “Il grande accordo del 12 giugno ci sarà. È un processo, non firmeremo qualcosa quel giorno, non era previsto. Inizieremo un percorso. Ho detto loro di prendersi il proprio tempo. Possiamo andare veloci, oppure più lentamente. Ho l’impressione che loro vorrebbero veder accadere qualcosa, e se ci riuscissimo sarebbe una buona cosa”.

Trump ha anche posato davanti ai giornalisti con una grande busta contenente una lettera consegnatagli dall’emissario nordcoreano. Dopo aver scherzato sul contenuto della stessa, definito “molto interessante“, il presidente statunitense ha però ammesso di non averla ancora letta.