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Trump nei guai, pornostar gli fa causa: "Accordo nullo"

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Stephanie Clifford ha chiamato in giudizio Trump per annullare l'accordo con cui si è impegnata a tacere sulla relazione avuta con il Presidente.

L’attrice porno Stephanie Clifford ha portato in causa Donald Trump per annullare l’accordo con cui si è impegnata a non parlare della relazione avuta con il Presidente degli Stati Uniti circa dieci anni fa. Dagli atti emergono particolari scottanti riguardanti anche il legale di Trump, Michael Cohen.

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L’accordo con Donald Trump

Ennesimo scandalo sessuale alla Casa Bianca. Protagonista è la ex pornostar Stephanie Clifford, attrice di circa 150 film porno e regista di 40 lungometraggi del genere. È apparsa anche nelle commedie hollywoodiane “40 anni vergine” con Steve Carrel e “Molto incinta” con Seth Rogen. Nel 2009, la Clifford annunciò di volersi candidare per il Senato statunitense. Due mesi dopo fu arrestata con l’accusa di violenza domestica per aver picchiato il marito durante un litigio sorto intorno alla questione del pagamento di alcune bollette.

Secondo il Wall Street Journal l’ex pornostar incontrò il presidente nel luglio 2006 a Lake Tahoe, durante un torneo di golf. Trump era già sposato con la first lady Melania Knauss (terza moglie del Presidente) e i due avrebbero avuto un rapporto sessuale. Secondo altre fonti si sarebbe trattato invece di una relazione romantica. In ogni caso, a differenza degli altri scandali sessuali che hanno riguardato Donald Trump, questa volta non si sarebbe trattato di una relazione forzata.

La 38enne ha affermato, in un atto depositato a Los Angeles, che nell’ottobre 2016 avrebbe dovuto firmare un accordo che l’avrebbe costretta a non fare mai cenno alla relazione avuta con il Presidente americano. Secondo quanto sostenuto dalla Clifford, però, Trump non avrebbe mai firmato l’accordo. Quest’ultimo, perciò, risulterebbe nullo.

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A febbraio 2018, l’avvocato del presidente americano Michael Cohen aveva dichiarato di avere versato personalmente 130mila dollari alla Clifford, che lavorava con lo pseudonimo di “Stormy Daniels”, per tacere sulla sua relazione extraconiugale con Trump. Ma non è tutto. Nell’atto giudiziario sono denunciate anche le pratiche coercitive e di intimidazione messe in atto da Cohen per assicurarsi la firma della Clifford a una ulteriore dichiarazione in cui si sosteneva che la notizia di una relazione, avviata nel 2006 e andata avanti l’anno successivo, è falsa.

Da parte sua, il Presidente e il suo entourage hanno smentito con decisione le accuse. “Queste sono storie vecchie e riciclate che sono già state pubblicate e con forza smentite prima delle elezioni”, ha dichiarato un funzionario rispondendo alla domanda sull’accordo economico raggiunto con Clifford.