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Turchia: colpo alla stampa d'opposizione, 4 mandati d'arresto

Turchia: colpo alla stampa d'opposizione, 4 mandati d'arresto

Un'altra ondata di arresti è avvenuta in Turchia ai danni di giornalisti e dirigenti di testate accusati di essere affiliati alla rete golpista di Gulen

Rimane serrata la censura del governo turco contro la stampa presunta di essere affiliata alla rete golpista di Fethullah Gulen.

Un mandato d’arresto è stato emesso per quattro tra dirigenti e reporter del quotidiano Sozcu. Tra gli arrestati anche l’editore Burak Akbay dichiarato responsabile della messa in chiaro di informazioni sensibili poche ore prima del fallito colpo di stato del luglio scorso ai danni del presidente turco.

Il quotidiano “Sozcu” avrebbe infatti mostrato sul sito web della testata l’indirizzo e le immagini dell’hotel di Marmaris dove il presidente Erdogan si trovava poche ore prima del fallito colpo di stato. Questo avrebbe fatto dubitare il governo turco su presunte vicinanze dei dirigenti del giornale con la rete golpista. Lo riporta il giornale filo-governativo Sabah.

Sono tuttora ricercati dalla polizia turca la direttrice del sito Mediha Olgun, la manager per gli affari finanziari Yonca Kaleli e il reporter Gokmen Ulu. La Cnn invece annuncia che l’editore Akbay si troverebbe ora a Londra, mentre che Olgun e Ulu sarebbero già stati arrestati. I legali della testata invece negano qualsiasi notifica di fermo per questi ultimi.

Gli arresti ai danni di “Sozcu” (giornale di opposizione tra i più diffusi in Turchia con oltre 250 000 copie) arrivano in seguito al fermo del direttore del sito Cumhuriyet, giornale di opposizione laica.

Da oltre 6 mesi, altri 12 giornalisti e dirigenti di Cumhuriyet sono finiti in carcere. Tra questi, vi è anche il direttore Murat Sabuncu, mentre l’ex direttore Can Dundar, già arrestato in passato e tuttora ricercato, sarebbe ora in Germania.

L’ondata di fermi ai danni della stampa d’opposizione turca sembra quindi irreparabile. Il governo di Erdogan ha avviato una lotta contro tutti i presunti affiliati alla rete golpista di Gulen per mezzo stampa.