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Tutor autostradale da rimuovere: brevetto copiato

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La sentenza è stata pronunciata dalla Corte d'Appello di Roma. Autostrade per l'Italia ricorrerà in Cassazione.

La Corte d’Appello di Roma ha deciso che Autostrade per L’Italia dovrà rimuovere e distruggere tutti i Tutor presenti sulla rete autostradale perché il brevetto degli apparecchi è stato ideato e appartiene alla Craft, piccola azienda toscana di Greve in Chianti (Firenze). Il Tribunale impone ad Autostrade per l’Italia di non fabbricare, commercializzare o utilizzare il dispositivo. La decisione della Corte d’Appello sarà impugnata dalla Concessionaria autostradale presso la Corte di Cassazione.

Il brevetto e la causa giudiziaria

Nel 1999 Romolo Donini, titolare della Craft, elabora e brevetta un dispositivo in grado di leggere le targhe posteriori di tutti i tipi di veicoli e che permette di calcolare i tempi di percorrenza e le eventuali effrazioni ai limiti di velocità. L’apparecchio è ovviamente utile per chi deve gestire migliaia di chilometri di rete autostradale. Donini mostra il brevetto ad Autostrade per l’Italia, che si mostra poco interessata. Ma nel 2004 la società presenta un apparecchio simile a quello ideato da Donini. Simile appunto, non uguale: i sensori dei due dispositivi sono diversi. Fallito un tentativo di mediazione, nel 2006 l’imprenditore decide di fare causa ad Autostrade per l’Italia, accusandola di contraffazione di brevetto. Autostrade per l’italia continua a difendere l’originalità del proprio dispositivo e chiede la cancellazione del brevetto di Donini, sostenendo che siano già presenti modelli simili sul mercato. Nel 2014 il Tribunale di Roma decide che il Tutor di Autostrade per l’Italia non è una contraffazione dell’apparecchio di Donini, perché i sensori sono diversi, ma riconosce comunque le caratteristiche innovative dell’idea del dispositivo della Craft. Nel 2015 la Cassazione ha respinto il ricorso di Autostrade sull’annullamento del brevetto di Donini. E oggi la Corte d’Appello di Roma ha dato ragione all’imprenditore toscano riguardo alla contraffazione del brevetto.

La sentenza della Corte d’Appello

La vicenda però non è ancora conclusa. Autostrade per l’Italia ha annunciato che ricorrerà in Cassazione. La sentenza di oggi prevede che gli apparecchi siano rimossi e distrutti. La società dovrà anche versare una sanzione civile all’azienda toscana, pari a 500 euro, per ogni giorno di ritardo nel rispettare la sentenza. Autostrade per l’Italia ha comunque dichiarato che “il Tutor non verrà rimosso, ma sarà presto sostituito con un sistema diverso da quello attuale”. Stando alle dichiarazioni della società, “ciò avverrà in tre settimane”: probabilmente, dati i tempi celeri, dovrebbe essere già pronto un sistema alternativo. La decisione è stata presa dalla società, nonostante le sanzioni economiche previste dalla sentenza, “per evitare che vengano annullati i benefici del Tutor che ha ridotto del 70% il numero dei morti sulla rete autostradale”: per questa ragione, anche la Polizia di Stato è d’accordo con Autostrade per l’Italia. In un comunicato, la Polizia ha espresso la propria gratitudine perché “questa scelta è la concreta testimonianza di quanto la sicurezza stradale e la riduzione delle vittime per incidente stia a cuore alla Concessionaria autostradale. Il Tutor infatti rappresenta uno dei migliori strumenti per garantire la sicurezza stradale e l’incolumità dei conducenti”.