> > Twitter, 48 milioni di profili fasulli: sono bot, non persone

Twitter, 48 milioni di profili fasulli: sono bot, non persone

twitter

Circa 48 milioni di profili Twitter non apparterrebbero a persone in carne e ossa, ma sarebbero dei bot. Software che simulano il comportamento umano. Nell’era dell’intelligenza artificiale, in un momento in cui grazie alle nuove tecnologie sono sempre di più le attività tradizionalmente uman...

Circa 48 milioni di profili Twitter non apparterrebbero a persone in carne e ossa, ma sarebbero dei bot. Software che simulano il comportamento umano.

Nell’era dell’intelligenza artificiale, in un momento in cui grazie alle nuove tecnologie sono sempre di più le attività tradizionalmente umane che finiscono con l’essere svolte da robot, è possibile non accorgersi più della differenza fra esseri umani e macchine? Se, nella sua forma generale, questo tema sembra talmente vasto da apparire sfuggente dal punto di vista della quotidianità, sono state sufficienti alcune statistiche pubblicate da uno studio USA per mettere in luce implicazioni di primaria importanza.

La ricerca USA sui profili Twitter

Un team di ricercatori dell’Università della California del Sud e dell’Indiana ha analizzato i tweet pubblicati da svariati profili. Dalle statistiche costruite prendendo in considerazione il tono, l’argomento, le tempistiche e i follower, sono emersi modelli di attività caratterizzati da forti costanza e ciclicità. Il risultato è che, secondo i ricercatori, circa 48 milioni di profili Twitter non appartengono a esseri umani, ma sarebbero dei bot.

I bot sono software che simulano il comportamento umano avvalendosi di specifici algoritmi e tecnologie di intelligenza artificiale. Solo per fare un esempio, moltissimi servizi di assistenza ai clienti sono, oggi, gestiti da bot tramite chat in cui gli utenti sono seguiti passo passo fino alla soluzione dei problemi.

Nel caso della piattaforma social, però, il problema è molto complicato. “Quello che preoccupa di più” dell’utilizzo spregiudicato dei bot, ha infatti spiegato Filippo Menczer, fra i ricercatori che hanno partecipato allo studio, “è che possono distorcere la visione del mondo che abbiamo online, manipolando così l’opinione pubblica, possono creare l’impressione che un’idea o una persona siano popolari quando non lo sono, o che ci sia una forte opposizione quando non c’e”. Un problema che merita quindi particolare attenzione, a partire dai gestori stessi dei social, secondo i quali (dati Twitter 2014, ad esempio), la presenza di bot fra i profili ammonterebbe ad una percentuale compresa fra il 5 e l’8%.