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Uccidono bimbo di 13 giorni perché piangeva: genitori arrestati per omicidio

bimbo ucciso

Un bimbo di soli 13 giorni in Utah, negli Stati Uniti, è stato ucciso a seguito delle terribili violenze ripetute nei suoi confronti da parte dei genitori.

Una storia di violenza nei confronti dei minori con terribile epilogo viene dalla cittadina di West Jordan nello Utah, negli Stati Uniti dove un bimbo di soli 13 giorni è morto a causa delle percosse e dei maltrattamenti da parte dei genitori. La coppia, ora agli arresti per omicidio, ha provocato terribili lesioni al piccolo sino a causarne la morte, tutto questo perché il bambino non smetteva di piangere. Una storia atroce che lascia davvero senza parole, tutti i dettagli a seguire.

Bimbo ucciso

La vicenda è assolutamente crudele e lascia indignati e increduli, visto che mai ci si aspetterebbe tanta violenza da u genitore che invece dovrebbe proteggere il proprio figlio a tutti i costi. Ma non è questo che può dirsi di due genitori di West Jordan nello Utah negli Stati Uniti: la 26enne Maria Elena Sullivan e il 21enne Dylan James Kitzmiller. La giovane coppia ha picchiato tanto duramente il bimbo di soli 13 giorni, tanto da causarne la morte.

L’arresto

Maria Elena Sullivan e Dylan James Kitzmiller sono stati immediatamente arrestati dalla polizia con l’accusa di omicidio volontario e violenza su minori. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la coppia avrebbe inferto trovi sofferente al bimbo, picchiandolo ripetutamente e con ogni mezzo.

Le violenze

Il bimbo di soli 13 giorni ha subito percosse di ogni genere. Quando il medico ha visitato il suo piccolo cornicione straziato, non poteva credere ai suoi occhi: il bambino aveva lividi e graffi ovunque, una lesione spinale e un rigonfiamento massiccio del cervello. Dagli esami successivi è inoltre emerso che le violenze nei confronti del piccolo erano state anche preesistenti. Quanto avvenuto dunque non sarebbe il frutto di un raptus di cieca e folle violenza, ma si tratterebbe di un abuso prolungato sul bimbo.

La ricostruzione dei fatti

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il bimbo era reiteratamente oggetto di violenze. Sulla base di quanto raccolto dalle indagini, sembrerebbe che sia stato il padre, il 21enne Dylan James Kitzmiller, a picchiare il piccolo, mente la moglie, la 26enne Maria Elena Sullivan sarebbe stata sua complice nel tacere le violenze e nel non denunciarle. La mamma del bimbo infatti no avrebbe fatto nulla per impedire che il marito, con problemi di tossicodipendenza da eroina, scaricasse la sua atroce e immotivata rabbia sul piccolo. Anche nel giorno della morte del bimbo, la 26enne Maria Elena Sullivan era al telefono per parlare di quanto avrebbe voluto allontanarsi dalle violenze del marito, noncurante del fatto che proprio in quel momento Dylan James Kitzmiller era da solo col piccolo e lo stava picchiando terribilmente.

L’arrivo dei soccorsi

Nonostante la mancata denuncia delle violenze, sarebbe stata proprio la 26enne Maria Elena Sullivan a chiamare i soccorsi, dopo aver capito che il bimbo versava in condizioni gravissime, con evidenti ferite e manifesta difficoltà a respirare. Purtroppo all’arrivo dei soccorsi non c’era già più niente da fare, e gli operatori medici non hanno potuto far altro che constatare il decesso del bimbo di soli 13 giorni.

Il racconto della donna

Dopo l’arresto, Maria Elena Sullivan ha finalmente raccontato nei dettagli tutte le atroci violenze che il marito Dylan James Kitzmiller infliggeva regolarmente sul loro bimbo di 13 giorni, sino al giorno della sua morte. L’uomo avrebbe abusato ripetutamente del piccolo gettandolo in aria, coprendogli la bocca, mordendogli le mani, schiaffeggiandolo, passandolo da mano a mano come un pacco, spingendolo a faccia in giù sul letto, tutto questo solo perché piangeva.