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Uccisa e rinchiusa nel frigorifero, il convivente condannato a 18 anni

uccisa e nascosta

Uccisa e rinchiusa in un frigorifero siturato nella cantina della sua casa. Betta Fella, di 55 anni, è stata brutalmente uccisa dal suo compagno.

Uccisa e rinchiusa in un frigorifero siturato nella cantina della sua casa. Betta Fella, di 55 anni, è stata brutalmente uccisa dal suo compagno e nasconsta all’interno di un grande frigorifero che si trovava nella cantina della casa dove abitavano insieme. Il carnefice, Armando Canò, è il suo ex compagno. E’ un uomo che ha già avuto precedentemente problemi con la legge. L’uomo dopo essere stato prelevato dalla forze dell’ordine ha confessato di averla strangolata e uccisa.

Uccisa e rinchiusa dal convivente

L’agghiacciante vicenda si volge nella città di Modena. Betta Fella, che nel 2016 aveva 55 anni, è stata uccisa e rinchiusa in un frigorifero dal suo compagno. Il corpo della donna è stato nascosto dal pregiudicato Armando Canò all’interno di un grande frigorifero che si trova all’interno dell’abitazione della donna. L’uomo ha anche ammesso di aver strangolato Betta. A dare la segnalazione ai vigili del fuoco sono stati i vicini di casa che avevano iniziato a sentire un odore nauseabondo che proveniva dall’appartamento. I pompieri, una volta entrati all’interno dell’appartamento, hanno fatto la shoccante scoperta. Hanno trovato il cadavere della donna in uno stato di avanzata decomposizione.

Il movente

L’omicidio si è consumato dopo l’ennesima ed animata lite che i due conviventi hanno svolto. I due litigavano spesso e il pregiudicato Canò era già stato segnalato alla polizia, dalla ex compagna, per maltrattamenti. L’uomo non aveva una stabilità mentale, è evidente. La conferma è avvenuta, purtroppo, lo scorso giugno con la morte della donna.

L’arresto

L’uomo è stato individuato dalla polizia a casa di una sua conoscente che si trovava a Castelfranco Emilia. La polizia lo ha prelevato da questa abitazione intorno alle due di notte. Canò aveva ancora con sé le chiavi di casa della signora Betta Fella e oltretutto possedeva le chiavi della cantina nella quale ha nascosto il corpo. Prove inconfutabili che dimostrano il coinvolgimento dell’uomo nella vicenda. Armando Canò è stato condannato a diciotto anni di carcere con rito abbreviato. Da una perizia psichiatrica, che era stata condotta sull’uomo, è emerso che Canò era ubriaco al momento dell’omicidio ma sicuramente capace di intendere e di volere. All’epoca il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a diciassette anni ma oggi giunge la notizia della condanna a diciotto anni.

La storia di Betta

L’uomo al momento si trova al carcere di Piacenza, ma per Betta che è stata uccisa e rinchiusa in casa sua il tempo è finito. Le amiche della donna, poco dopo il suo omicidio, raccontano dei particolari agghiaccianti che con un pò di attenzione potevano essere utili a prevedere l’omicidio. Le sue amiche, Giovanna Zani e Antonella Tosi, hanno infatti denunciato l’indifferenza delle istituzioni. Betta aveva riscontrato più volte lesioni sul suo corpo. Aveva raccontato alle amiche che aveva paura di morire. L’uomo le aveva anche spaccato i denti con un pugno. Le amiche, insieme a Betta, sono volontarie del laboratorio di ricliclaggio e riuso creativo per la città sostenibile “Tric e Trac”. La donna oltre ad essere una volontaria aveva fatto anche la maestra d’asilo a Modena, Campogalliano e Rubiera.

Le denunce

La donna aveva già avanzato delle denunce ai danni del compagno ma nessuno la proteggeva. Aveva una paura immensa di venire uccisa e per questo continuava a muovere denunce nei confronti dell’uomo. Nessuno però lo ha mai fermato.