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Ucciso per un parcheggio, scarcerato uno degli aggressori: festa social per il ritorno a casa

Maurizio Cerrato

Un uomo è stato ucciso per un parcheggio ma uno dei suoi aggressori è stato scarcerato. Il rientro a casa è diventato una festa social.

Un uomo è stato ucciso per un parcheggio ma uno dei suoi aggressori è stato scarcerato. Il rientro a casa è diventato una festa social. Scene del tutto inaspettate e anche profondamente fuori luogo. 

Ucciso per un parcheggio, scarcerato uno degli aggressori: la festa per il rientro a casa

La concessione degli arresti domiciliari ad uno dei presunti killer di Maurizio Cerrato, ucciso per un parcheggio, si è trasformata in una vera e propria festa che è stata documentata sui social network. Tutto è stato pubblicato sul profilo Facebook della figlia di Francesco Cirillo, 67enne pluripregiudicato di Torre Annunziata, che ha confessato di essere stato sul luogo dell’omicidio insieme al figlio, ma di non aver partecipato in modo attivo all’aggressione. Su Facebook è stato documentato tutto. Filmati dell’uomo che attraversa la strada dopo essere uscito dal carcere di Poggioreale, selfie, messaggi di bentornato, cuori e tanti auguri. 

Ucciso per un parcheggio, scarcerato uno degli aggressori: ai domiciliari

Francesco Cirillo ha confessato di trovarsi sul luogo del delitto in compagnia del figlio, ma ha spiegato di non aver partecipato attivamente all’aggressione mortale ai danni di Maurizio Cerrato. Questa tesi che ha spinto i giudici ad accogliere l’istanza dell’avvocato Antonio Iorio, riqualificando le accuse in concorso anomalo in omicidio volontario. L’uomo ha trascorso quasi quarant’anni della sua vita in carcere per vari reati. Al provvedimento di sostituzione della misura cautelare, la Procura di Torre Annunziata potrebbe fare ricorso. Prima si attendono le motivazioni della decisione. Francesco Cirillo, da meno di due giorni, si trova agli arresti domiciliari. 

Ucciso per un parcheggio, scarcerato uno degli aggressori: la vicenda

Il figlio di Francesco Cirillo, Antonio, di 32 anni, è accusato di essere l’autore materiale di quel folle omicidio, avvenuto il 19 aprile in via IV Novembre a Torre Annunziata. Maurizio Cerrato, 61 anni, era andato sul luogo per soccorrere la figlia, a cui era stata squarciata una ruota dell’auto perché aveva spostato una sedia per parcheggiare. Lì era intervenuto Giorgio Scaramella, che rivendicava quel parcheggio. Il fratello Scaramella, dopo una prima zuffa, ha chiamato i rinforzi, che sono arrivati armati. Maurizio Cerrato è stato accerchiato ed è stato accoltellato con lo stesso coltello da cucina usato per tagliare le gomme alla figlia della vittima.