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Ucraina, Michael Petersen: "Se Putin cerca escalation rischia altre umiliazioni"

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Il professor Michael Petersen spiega in un'intervista quali sono i rischi che corre la Russia di Putin proseguendo la sua campagna in Ucraina

In una nuova intervista, il professor Michael Petersen fa il punto sulla situazione della guerra in Ucraina e sul ruolo di Vladimir Putin.

Guerra in Ucraina, l’intervista a Michael Petersen: le operazioni militari

Il professor Michael Petersen, il direttore del Russia Maritime Studies Institute al dipartimento studi strategici dello US Naval War College, ha rilasciato un’interessante intervista a ‘La Repubblica’, in cui parla degli ultimi sviluppi della guerra in Ucraina. Il problema della Russia, secondo il professore, è il continuo sottovalutare le forze difensive dell’Ucraina: “È dall’inizio della guerra che la Russia sottovaluta le forze ucraine. Adesso ne paga le conseguenze. Chi ha in mente un’operazione tipo sbarco in Normandia deve ricredersi: servono molti uomini per una missione simile a Odessa e la Russia non ne ha abbastanza. Potrebbe utilizzarne al massimo 3-4 mila da bordo delle sue navi e ci sarebbero enormi difficoltà logistiche per sostenerli dopo lo sbarco. L’avanzata lungo la costa sembra essersi bloccata a Cherson. E il grosso delle forze è stato spostato nel Donbass.”

Quando finirà la guerra? Le parole su Putin

Dalle indiscrezioni pare che l’obiettivo della Russia sia quello di terminare la guerra nella data del 9 maggio, un’eventualità che Petersen però esclude: “Gli piacerebbe, per spacciarlo come una vittoria, ma mancano appena tre settimane, in cui l’Ucraina continuerà a ricevere armi dall’Occidente. E le forze di Kiev sembrano ringalluzzite.” Infine un riferimento alle possibili nuove mosse di Putin: “Può darsi che Putin sia tentato da una escalation. Ma è una mossa che rischia di provocare risposte anche da parte occidentale, procurandogli ulteriori umiliazioni.”