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Ucraina, missili su diverse città. Putin a Macron: "Aperti al dialogo ma Kiev non seria"

Ucraina

Diverse città dell'Ucraina sono state colpite da missili: sei stazioni ferroviarie sono state attaccate e a Leopoli si è verificato un blackout.

Dopo che la serata di ieri si è conclusa con una pioggia di missili su diverse città e regioni dell’Ucraina, oggi Kiev spera di aprire quattro corridoi umanitari. Putin ha intanto avuto una conversazione telefonica con Macron, a cui ha chiesto di fermare l’invio di armi dell’Occidente, e con Lukashenko.

Missili su diverse città dell’Ucraina

Sarebbero 18 i missili da crociera lanciati dalle forze russe tra cui otto sarebbero stati intercettati. Le regioni interessate dall’attacco sono state quelle di Dnipropetrovsk, Kirovohrad, Leopoli, Vinnytsia, Kiev e Zakarpattia. Il presidente delle ferrovie ucraine Alexander Kamyshi ha reso noto che sei stazioni ferroviarie sono state colpite. Non sono segnalati morti o feriti tra il personale o passeggeri, ma “i danni provocati sono gravi“. In una parte di Leopoli, oggetto di bombardamenti, sono state segnalate anche interruzioni di corrente elettrica.

Borrell: “Eviteremo che la guerra si allarghi”

Il capo della diplomazia europea Josep Borrelh ha affermato che l’Unione Europea farà tutto il possibile per evitare che il conflitto in corso in Ucraina si allarghi. “Stiamo aiutando l’Ucraina ma senza entrare in belligeranza. Ciò vorrebbe dire estendere la guerra e non è quel che vogliamo. Allo stesso tempo rafforzeremo le nostre sanzioni“, ha aggiunto.

Telefonata tra Putin e Lukashenko

Il Cremlino ha riferito che il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo bielorusso Alexander Lukashenko “hanno discusso telefonicamente della situazione nel contesto dell’operazione militare speciale in corso per proteggere il Donbass“.

Zelensky: “Salveremo chi è all’interno dell’acciaieria”

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è detto convinto che le forze ucraine riusciranno a salvare tutte le persone assediate a Mariupol, incluse quelle che si trovano all’interno dell’acciaieria Azovstal: “Continueremo a fare ogni sforzo per portare fuori tutte le persone da Mariupol e Azovstal. E’ difficile ma abbiamo bisogno di chiunque sia lì, civili e militari. Non c’è giorno che non affrontiamo questo problema e che la nostra gente non faccia qualcosa per risolverlo“.