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Ucraina-Russia, la crisi europea più grande dopo la Seconda Guerra Mondiale: quanto ci sta costando?

Guerra Russia-Ucraina: quanto ci sta costando?

Quanto costa la guerra in Ucraina? Vediamo i dettagli.

L’invasione della Russia in Ucraina ha dato vita alla peggiore emergenza umanitaria dopo la Seconda Guerra Mondiale: è quello che afferma l’Ispi, ossia l’Istituto per gli studi di politica internazionale. A dimostrarlo sono purtroppo i numeri: 1,4 milioni di ucraini attualmente non hanno accesso all’acqua potabile, mentre altri 4,6 milioni ne hanno un accesso limitato.

Guerra Ucraina-Russia: la più grande crisi europea dopo la Seconda Guerra Mondiale

Tuttavia, a spaventare principalmene è la fuga, poichè 90mila ucraini stanno abbandonando il proprio Paese, in cerca di un luogo più sicuro. La maggior parte di questi arriva in Polonia. Senza comunque dimenticare gli sfollati: 6,5 milioni per per la stragrande maggioranza, di cui 4,3 milioni sono bimbi.

La situazione in Russia 

Ad ogni modo, spostando lo sguardo in Russia la situazione non è di certo chissà quanto più positiva. Lo stesso Putin, a seguito delle sazioni dall’Occidente, ha affermato che sono previsti profondi cambiamenti economici. Attendendoci sempre a ciò che scrive l’Ispi, i cittadini hanno dovuto subire un’impennata dell’inflazione: +2% che potrebbe arrivare a fine marzo a +17%.

Ad essere principalmente presi di mira sono stati i beni di importazione e di prima necessità: non a caso c’è stata una vera psicosi della popolazione che ha assaltato i supermercati per timore di carenze d’approvvigionamento. Purtroppo, è necessario dirlo: questo è solo l’inizio. Dall’inizio della guerra, la Borsa di Mosca ha perso il 45%, la situazione è peggiorata con l’arrivo delle sanzioni, motivo per il quale le autorità hanno deciso di chiuderla per un mese.

Il gas e le materie prime 

Altra problematica da non sottovalutare, sono i prodotti che la Russia esporta. In questo caso l’impatto sarà diretto al mondo occidentale, poichè difficilmente si riuscirà a sostituire gas, petrolio, minerali e le altre materie prime che sono prodotte dalla Russia e che sono acquistate in tutto il mondo. Le conseguenze? Per i Paesi ricchi si verrà a creare una spirale inflazionistica mentre quelli a basso-medio reddito saranno colpiti dall’aumento del prezzo del cibo.

Appare evidente che il blocco all’importazione del greggio russo farà aumentare di molto il costo del barile: una soluzione potrebbe essere quella di far aumentare la produzione anche a quei Paesi che prima di oggi non erano considerati alleati, ad esempio l’Iran. Quest’ultimo attualmente sta subendo, infatti, sanzioni che ne frenano l’export. L’Ispi scrive che:

“I prezzi del greggio scenderebbero e con essi le entrate economiche di cui Mosca ha ora disperato bisogno”.

Infine, L’Unione Europea assieme a Usa e Giappone hanno vietato lo spazio aereo per gli apparecchi russi. La risposta di Mosca è stata una controsanzione analoga. Per cui, le distanze commerciali si sono allungate e ovviamente anche i costi sono saliti.