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Umidità di risalita: costi e rimedi

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Come porre rimedio all'umidità di risalita che affligge le nostre pareti, e quanto costa intervenire. Fenomeno tipico soprattutto dei vani abitati posti al di sotto della superficie, come cantine o taverne, l'umidità di risalita è spesso una piaga per le vecchie costruzioni: si tratta sempliceme...

Come porre rimedio all’umidità di risalita che affligge le nostre pareti, e quanto costa intervenire.

Fenomeno tipico soprattutto dei vani abitati posti al di sotto della superficie, come cantine o taverne, l’umidità di risalita è spesso una piaga per le vecchie costruzioni: si tratta semplicemente di acqua che dal sottosuolo risale all’interno delle pareti, sfruttando la porosità delle stesse. I danni che produce vanno dal distacco dell’intonaco al rigonfiamento della superficie delle pareti, dalla formazione di aloni scuri a vere e proprie macchie. Spesso, in caso di pareti ancora fresche, l’umidità di risalita può seccarsi di concerto con l’asciugatura delle malte, degli intonaci e dei laterizi utilizzati per la costruzione dei muri; ma anche in quel caso lascerà comunque delle macchie, talvolta molto vistose. A lungo andare, il degrado degli elementi murari porta alla rottura degli stessi. Tuttavia, nel caso si rilevassero dei fenomeni di risalita capillare, si può ricorrere ai seguenti metodi per porvi un argine.
– Il più utilizzato negli ultimi tempi è quello della barriera chimica. Si tratta di fare delle semplici applicazioni alle pareti tramite iniezioni di sostanze chimiche isolanti, che vanno a occupare i vani capillari all’interno delle strutture, bloccando la risalita dell’acqua. Altamente consigliato nella maggior parte delle costruzioni, perché non richiede opere murarie e si presta al fai da te. Il costo per un locale di circa 50 metri quadri si aggira intorno ai 15.000 euro.
– La barriera meccanica è consigliata soprattutto per le costruzioni in pietra naturale. Consiste nell’effettuare un taglio orizzontale alla base delle pareti danneggiate, per poi inserirvi una lamina isolante. La lamina può essere in materiale plastico, come il vetroresina, oppure in metallo, con l’indubbio vantaggio di conferire alla parete una maggiore resistenza antisismica. Si tratta tuttavia, pur sempre, di un intervento invasivo sulla struttura che – soprattutto se si parla di muri portanti – necessita di mani esperte per essere effettuato, pena la compromissione della stabilità persino dell’intero edificio (in caso di interventi su più pareti). In questo caso, i costi sono più contenuti, nell’ordine di qualche centinaia, al massimo poche migliaia di euro.
– Altro sistema in costante ascesa è quello dell’elettrosmosi attiva. Si tratta di posizionare in prossimità, sulla superficie o all’interno della parete, degli elettrodi di carica opposta a quella presente nella struttura e di intensità maggiore. Questi terminali genereranno un campo elettrico alimentato e governato da una centralina, che non solo allontana la risalita capillare ma innesca un processo di progressiva deumidificazione di tutta la struttura. Costi nella media, tra i cento e i duecento euro a metro quadro